il papa rifiuta la porpora a P. Giuseppe. 525 .iiclielieu, il cappuccino padre Giuseppe. Nel novembre del 1632, il nunzio a Parigi Bichi venne informato del desiderio di Richelieu, che venisse insignito della porpora il padre Giuseppe, adducendo che ciò era nel pubblico interesse ed in quello della Santa Sede; che egli, Richelieu, dopo la sua ultima malattia, aveva bisogno di un collaboratore che avesse la dignità cardinalizia; essere pur meglio che egli scegliesse a suo collaboratore un religioso piuttosto che un laico, il quale avesse altri principi e non fosse così dipendente dalla Santa Sede.1 Tali argomenti non fecero però a Roma alcuna impressione. Il 1° gennaio 1633 Bichi ebbe l’ordine di troncare ogni speranza al soddisfacimento di questo desiderio.2 Ciò non ostante Richelieu continuò le sue insistenze.3 Non c’era però speranza alcun;! che il papa cedesse. Si sapeva troppo bene a Roma, che la pubblica opinione attribuiva al padre Giuseppe una parte decisiva nella continuazione della guerra, e che da parte spagnuola e tedesca era caduta l’espressione, che se a tal uomo venisse conceduta la porpora, ciò sarebbe un incentivo per staccarsi dalla Chiesa. A ciò si aggiunse che correva la voce che padre Giuseppe avesse tenuto in così poco conto la sua appartenenza ad un ordine mendicante, da acquistarsi un magnifico mobilio e da lasciarsi assorbire completamente dagli affari di Stato. Per tal ragione il fratello del papa, cardinale di S. Onofrio, che apparteneva all'ordine dei Cappuccini, ed altri distinti membri dell’ordine, quali specialmente padre Negro, uomo di molto prestigio, erano decisi : '’versali della nomina di padre Giuseppe a cardinale.4 Decisiva però in tale occasione fu la circostanza, che la nomina di un uomo pieno di odio mortale contro l’imperatore e contro la Spagna avrebbe avute le peggiori conseguenze. Urbano Vili ripose perciò all’ambasciatore francese Créqui con un no categorico,5 ed anche ulteriori tentativi di Richelieu fecero completo fallimento.6 A Roma si credeva di già che la cosa fosse posta definitivamente a dormire, quando improvvisamente nell’estate 1635 il ,;tppresentante della Francia ne tornò a parlare al papa. Benché 'iella prima udienza non raggiungesse nulla, nella seconda egli ritornò di nuovo sull’argomento, mentre nello stesso tempo Ri-tbelieu cercava di guadagnare il nunzio a Parigi.7 Ma il cardinale ‘ Vedi * Nicoletti V c. 21, loc. cit. Cfr. Fagniez II 247. “ * Istruzione in Nicoletti, loc. cit. ( * Relazione di Bichi del 15 febbraio 1633, ivi. , \edi * Nicoletti in Fagniez II 250. Cfr. Fagniez II 248 s. Cfr. iyi 255. *ioi r*1' * ^et,t°ra di Barberini a Bolognetti del 18 luglio 1625 e la * Rela- V -> ! ®°l°gnetti del 31 agosto 1635 in Nicoletti Yc. 21, Biblioteca a 11 c a n a .