372 Urbano VIH. 1623 -1644. Capitolo IV. L’istruzione mira ad avviare rapporti tollerabili fra la Chiesa e lo Stato in Spagna. Senonchè c’era in tal riguardo poco da sperare, poiché il governo spagnuolo teneva fermo alle sue pretese politico-ecclesiastiche coll’usata tenacia, anzi le voleva ancora aumentare.1 In seguito a che il papa si vide molte volte costretto a lagnarsi dei soprusi dei ministri spagnuoli e dei tribunali laici, specie in Portogallo.2 Colla distribuzione di molteplici grazie e favori, egli manifestò tuttavia la sua volontà di mantenersi in buoni rapporti con la Spagna.3 Se tuttavia le relazioni rimasero tese, ne fu causa sovratutto il fatto che Urbano Vili, in affari ecclesiastici, non transigeva sui diritti della S. Sede e in riguardo politico si mostrava fermamente deciso, nonostante le minaccie degli Spagnuoli, a mantenersi nel suo atteggiamento imparziale.4 Ma il miglioramento dei rapporti si presentava sovratutto impossibile perchè in Madrid dominava un’invincibile sfiducia nell’imparzialità di Urbano Vili. Da un documento autentico del 1625 risulta chiaro quanto i politici spagnuoli fossero dominati dall’idea fissa che il papa fosse tutto di sentimenti francesi.5 Che in realtà Urbano Vili tenesse il giusto mezzo, è dimostrato inconfutabilmente dal fatto che nelle stesso tempo Luigi XIII lo dichiarava del tutto spagnuolo.6 Quanto poco riguardo si avesse in Madrid per il papa, venne dimostrato penosamente in occasione della pace di Monzón del 1626, la quale 1 Cfr. Altamira, Hist. de España III, Barcellona 1906, 405 s. 2 Con * Breve 27 ¿febbraio 1624, Urbano Vili aveva messo sul tappeto presso Filippo IV la questione dell’immunità ecclesiastica in Portogallo (EpM-I, Archivio segreto pontificio). Il * 14 giugno 1625 egli dovette lagnarsi amaramente presso il re ed Olivares per il bando dato all’uditore della nunziatura e per le angherie che si facevano al collettore papale in I>or' togallo (vedi il * Breve a Filippo IV e Olivares, loc. cit.). Non ci si pose tuttavia rimedio, per quanto Urbano Vili con »lettera 12 settembre 1<325 (EpistII, loc. cit.), se ne lamentasse presso Filippo IV. Con * Breve 8 ottobre 1625 venne elogiato il collettore in Portogallo Gian Batt. Pallotto per la sua costanza, e fu esortato a perseverare nel suo posto, nonostante tutte le difficoltà. (Epist. III, loc. cit.). Vi rimase fino al 1628; vedi Iviewning I xxxvii. che osserva giustamente come l’istruzione per Pallotto comunicata da Laemue* (Zur Kirchengesch, 26 s.), non spetta al tempo di Clemente IX, ma a quello di Urbano Vili. In un * Breve del 6 settembre 1625, Urbano Vili si era lagnato presso Filippo IV per le angherie che il viceré del Messico faceva provare all’arcivescovo di colà (Epist. II, loc. cit.). 3 Vedi la * Relación di Diego Saavedra del 3 novembre 1627, Archi- vio dell’ambasciata di Spagna in Roma I, 9. 4 Vedi la relazione degli ambasciatori lucchesi del ffiugno 1625 in Stua> e docum. XXIII 211. 5 Vedi * « Extracto de la Instrucción que el Rev Philippo IV dio al Co»'1/ de Oñate, embaxador a la Sd de Urbano Vili », in data Madrid luglio Io, 16-J' Archivio dell’ambasciata di Spagna in Roma. 6 Vedi il dispaccio di Lorkin del settembre 1625 in Ranke, Franzós■ r( schichte II2 298, N. 1.