(!r«“(i<>rii> XV. Ifi2l 1023. Capitolo III. rava che una decisione, la quale coprisse il suo atto agli occhi del popolo. Williams cominciò quindi a dire che non si poteva dare un consiglio fino che non si sapesse se il re provasse forse degli scrupoli di coscienza contro la prestazione del giuramento. Giacomo I rispose che per quanto riguardava la coscienza, egli manteneva il suo anteriore punto di vista, ma era però pronto a ascoltare degli argomenti che gli consigliassero di modificare la sua opinione. Ed ecco Williams ad esporre tali argomenti. Ben so - dissi* -quanto poco mi convenga di disputare intorno a una questione teologica con chi possiede la dottrina di Vostra Maestà. "Devo però osservare che il principe ha già accettate le condizioni di matrimonio. Ora Carlo è un ottimo protestante, se ve n’è uno al mondo, e, a mio avviso, ha fatto bene. Non gli si è infatti chiesto di trascurare la diffusione della vera religione o di favorire la sovranità del papa, ma solo che non tentasse di sradicare la religione ro- 11 tana. A questo punto Giacomo aveva ottenuto ciò che voleva. U 16 luglio tornò a radunare il suo consiglio. Gli Spagnuoli, dis commosso, l’avevano trattato duramente, ma che gli restava da fare, se non voleva lasciar perdere il principe? Chiedeva ora ai membri del suo consiglio se volevano prestare il giuramento richiesto. Come dichiarerebbe all’ambasciatore spaglinolo, egli non intende di assumere l’obbligo di chiedere l’approvazione del parlamento, e la sicurezza dello Stato deve andare innanzi a qua lunque impegno ch’egli s’inducesse a prendere circa le leggi punitive. Dopo di che tutti si dichiararono disposti a prestare il pi" ramento purché ricevessero l’ordine di prestarlo sotto * il grand*' sigillo di Stato ». La domenica seguente alla predica e in preseti?-dei due ambasciatori spagnuoli Colonia e Inojosa, il re giurò le condizioni di matrimonio. Dopo un banchetto giurarono anche i consiglieri, promettendo di voler osservare gli articoli pubbli*! del contratto e di non insistere in alcuna maniera per l’eseeu zione delle leggi punitive. Sci membri del consiglio non erano per*’1 intervenuti. Poi Giacomo I giurò nell’abitazione dcH'ambasciator» spaglinolo ancora quattro articoli segreti: che cioè le leggi speciali contro i cattolici non verrebbero messe in vigore, e che anche in Scozia e in Irlanda sarebbe concessa piena libertà di culto nel senso del contratto; che nè egli sfosso nè il figlio suo permette rebbero alcuna offesa alla fede dell’infanta, ch’entrambi farebbero del loro meglio per ottener»» dal parlamento l’approvazione di questi due articoli e non darebbero mai il loro assenso a legtfi siffatte. Giacomo però dichiarò innanzi a Cottington e duesegn-tari die per quanto riguardava l’approvazione del parlamento, egli era obbligato solo a fare il possibile per ottenerla, nè in condi'