22 Introduzione. gli interessi terreni al disopra di quelli spirituali è errata. Indubbiamente Urbano Vili dava grande valore al mantenimento dello Stato della Chiesa e della libertà d’Italia: ma tale riguardo terreno era unito nel più stretto modo con il suo giusto sforzo verso il mantenimento della libertà della Santa Sede, che doveva venir rassicurato dallo Stato della Chiesa.1 La sorte dei suoi predecessori aveva mostrato tanto chiaramente ad Urbano VIII quale pericolo si nascondesse per la Chiesa nel predominio degli Spagnuoli nella penisola italiana, chè a bella prima si vide assegnato il suo posto contro lo stabilirsi degli imperiali in Mantova. Il pericolo minacciante della potenza ispano-absburgese era così manifesto, che Gustavo Adolfo in un discorso con l’inviato francese, il marchese de Brézé, nel febbraio 1632 potè osservare, che senza il suo intervento il papa sarebbe diventato cappellano del re di Spagna.2 Ma - in ciò sta appunto la fatalità della situazione — proprio nel momento di una forte tensione fra la Santa Sede e gli Absburgo il re di Svezia, il nemico più pericoloso, minacciava in Germania nella maniera più sensibile, assieme agli interessi imperiali anche quelli cattolici. In Roma ciò non era sfuggito. I più pressanti avvertimenti partirono di là, sia vivente ancora Gustavo Adolfo, come anche dopo la sua morte, al Gabinetto di Parigi per indurlo allo scioglimento dell’alleanza franco-svedese. Ma essi non trovarono ascolto. Alla richiesta della Spagna di una scomunica contro il re di Francia alleato con i protestanti, non si poteva prestare ascolto, dopo l’esperienza fatta con l’Inghilterra e più di recente con Venezia, ma ciò tanto meno, in quanto Urbano conosceva la minaccia già fatta nel giugno 1628 da Ri-chelieu, che se il papa si abbassava ad essere un cappellano della Spagna, allora la Francia si separerebbe da Roma. Tale minaccia concorse anche a che Urbano rifiutasse la sua adesione alla lega di tutti gli stati cattolici progettata dalla Spagna. Fu decisivo il fatto che questa alleanza, non solo doveva servire a respingere il protestante re di Svezia, ma anche agli scopi politici degli Absburgo contro la Francia; al che il papa come « padre comune » della Chiesa non si volle arrendere.* Per gli stessi motivi egli non si lasciò indurre neanche alla lega progettata nel 1629 dalla Francia. Allorché la morte si portò via Gustavo Adolfo, il più pericoloso nemico degli interessi cattolici, Richelieu si ostinò ancora 1 Cfr. Db Mbaux. Latte* relig.. II 427. Anche Xf.gr[ che accentua molto forle le « preoccupazioni d'indole temporale e per ciò strettamente nazionali o italiane», dice pure che esse «più o meno inconsciamente» influirono in Urbano Vili; Vedi Nuora Rirista stor. V (1922), 185. 1 \ edi dispaccio di li. de Brézé del 14 febbraio 1628. in Langel Gustar-Adolphe et Richeliev 408. Cfr. PuFENDORF De rebus Sueciris II 62. 3 Vedi Pikper, loc. cit. 481.