8 Introduzione. Francescani. Il loro spirito di sacrificio, la loro accortezza e capacità di adattamento alle situazioni esistenti venivano quasi dappertutto rimunerati da grandiosi successi. Mentre così nei paesi di oltremare si guadagnava il compenso per le perdite procurate dalla scissione religiosa, Gregorio non rinunciava in alcun modo a ricostituire in Europa la preziosa eredità del passato, l’unità della fede. Ma questo eccelso scopo, nonostante sforzi incessanti e veramente eroici, non fu potuto raggiungere. Invano il papa si affaticò per riunire alla Chiesa la Svezia e la Russia, invano tentò di rendere innocua Elisabetta d’Inghilterra. Anche in Francia !a lotta fra cattolici e calvinisti rimase indecisa, di modo che, sebbene Spagna e Italia venissero assicurate contro l’apostasia, rimaneva incerto tuttora se la terza nazione romanica avrebbe serbato fede alla religione dei padri. Successi importanti furono riservati invece agli sforzi di Gregorio XIII per condurre alla vittoria la causa cattolica nei Paesi Bassi occidentali e meridionali e nell’amplissimo regno polacco: l’apostasia fu sbandita e riguadagnato l’antico territorio cattolico. Segnò veramente un’epoca l’attività di Gregorio per la Germania, dove la forza d’impulso del protestantesimo era già per sè indebolita da interne scissioni. Egli seppe sfruttare con grande accortezza l’opportunità della situazione per mantenere i territori rimasti alla chiesa cattolica, rafforzarli mediante l’introduzione delle riforme tridentine, porre un termine ad ulteriori defezioni e riguadagnare il terreno perduto. Qui egli ebbe a fianco oltre i Gesuiti, i due Wittelsbach, Alberto V e Guglielmo Y, il cui coraggioso intervento in favore della restaurazione cattolica conferì al piccolo ducato di Baviera importanza quasi di grande potenza, e così pure fra i principi ecclesiastici l’abate di Fulda, Baldassare di Derubarti, il vescovo di Wtlrzburg Giulio Echter di Mespelbrunn, il principe elettore di Magonza Daniele Brendel, il vescovo di Paderborna Teodoro di Fiirstenberg e dopo la venuta al trono di Rodolfo II (1576), anche gli Absbnrgo. Fu possibile appoggiarsi per questi sforzi di restaurazione al così detto diritto di riformazione («cuius regio, eius religio ») riconosciuto nella pace religiosa di Augusta agli Stati dell’impero, diritto adoperato fin’allora soltanto dai protestanti e che ora si dimostrò come una spada a doppio taglio. Fu anche Guglielmo V quegli che con l’aiuto di Gregorio XIII salvò, nella guerra sorta per l’apostasia dell’arcivescovo di Colonia Gebardo Truchsess, la chiesa cattolica sul Reno inferiore e in \ estfalia, ponendo ir tal modo un limite definitivo ai progressi del protestantesimo nella Germania nord-occidentale. Per dare un saldo appoggio alla riforma e alla restaurazione cattolica anche per il futuro, furono costituite nunziature in Colonia, in Vienna, e nella Germania meridionale. Fa stupore che il papa, con una attività così larga e molteplice trovasse ancora tempo per pensare