44 Gregorio XV. 1621-1623. Capitolo I. Colà mantenne le sue buone antecedenti relazioni coi Gesuiti, lavorò con grande impegno nella Segnatura di giustizia e di grazia e dai primi del dicembre .1620 anche nella Congregazione del buon governo. Collo zio arcivescovo di Bologna si mantenne sempre in vivace corrispondenza 1 e fece tutto quanto era in lui per spianargli la via al realizzamento delle sue aspirazioni alla tiara.2 Dopo la morte di Monsignor Guevara, Ludovico Ludovisi ricevette il 5 gennaio 1621 il suo posto nella Consulta. Appena un mese dopo, l’elevazione di suo zio al pontificato doveva metterlo alla testa di quest’autorità e farlo contemporaneamente membro del Sacro Collegio. Il giovane cardinale dimostrò subito il suo rigido sentiménto ecclesiastico • al quale l’aveva volto la sua educazione presso i Gesuiti - col ricevere ben presto la consacrazione sacerdotale e collo scegliere per confessore il gesuita Giacomo Mi-nutoli. Tutti ebbero campo di rilevare che la rapidità straordinaria della sua carriera non aveva scemata la cordialità del suo temperamento. Con tutti, anche coi suoi servi, trattava, come prima, nel modo più gioviale e dimostrava la miglior volontà di giovare a ciascuno. Tale è la testimonianza che gli rende quel Lucantonio Giunti che fu per lunghi anni suo casigliano e divenne poi suo biografo.* 11 Giunti si dimostra in genere molto largo di lodi verso il cardinale. Egli narra che nel dare udienza era instancabile e rinunciava a mangiare, piuttosto che ad ascoltare l’ultimo che attendeva in anticamera. Per gli ambasciatori era un piacere di poter trattare con uomo di stato così abile e tanto sagace. Di figura maestosa,4 il Cardinal nepote spiegava il fasto che conveniva alla sua dignità, senza menarne vanto. Quando ospitava degli alti personaggi, non mancava il solito lusso, ma quand’era solo, la tavola del cardinale era molto semplice. Il Ludovisi non si lasciava mai trascinare alla collera, nè dava mai in escandescenze.’Quando taluno lo laceva inquietare, era anche facile di restituirlo alla calma; perfino coloro che lo avevano intenzionalmente offeso, potevano diventargli si tome per morto » (Giunti, loc. cit.). Il medico, che curava allora il Ludovisi, Cesare Egnatio gli scrisse in occasione della nomina a papa dello zio una lettera di felicitazione in data, Todi 1621 febbraio 10, Orig. nel Cod. E. 70 Nr. 10 del-l’Archivio Boncompagni in Roma. 1 Gli originali di questi scritti copiosi, ma senza una particolare importanza, dagli anni 1619 e 1620 nel Cod. E. 70 Nr. 10 dell’ Archivio Boncompagni in Roma. Al 27 maggio 1620, il card. Ludovisi scriveva al suo nepote in Bologna: «Mi rallegro che il card. Barberini vi favorisca proteger nella maniera che scrivete ». 2 Vedi * Giunti loc. cit. p. 5. 3 Vedi Giunti * Vita e fatti di L. card. Ludovisi nel Cod. 39. D. 8 della Biblioteca Corsini in Roma. Cfr. Appendice n. 7-10. 1 Magnifico ritratto del card, in grandezza naturale, proprietà del principe di Piombino nella Villa Aurora, imitato nella «La Canonizzazione 83».