L’invio del maresciallo D’Estrées a Roma. 531 Come Richelieu cercasse di sfruttare in suo favore tutte le circostanze, è dimostrato meglio che da ogni altra cosa da suo tentativo di procurare ad Antonio Barberini junior, che in opposizione a Francesco Barberini era di sentimenti antispagnuoli, il posto di conpro-tettore del regno francese, che aveva lasciato libero il Cardinal Beili ¡voglio. Se ciò gli riusciva, il contrasto fra i due nipoti sarebbe cresciuto tanto, che si sarebbe potuto pescare con successo nel torbido; oltre di che ne usciva scossa la posizione imparziale che il papa finora aveva mantenuto fra le potenze belligeranti.1 Siccome l’ambasciatore straordinario Créqui non aveva raggiunto in questa faccenda maggiori risultati del conte di N'oailles,2 inviato ordinario, Richelieu, come si disse, per consiglio del Mazzarino,3 mandò a Roma coll’incarico di spezzare la resistenza di Urbano Vili un uomo che si era dimostrato senza riguardi già, nell’affare della Yaltellina: il maresciallo Francesco Annibale D’Estrées, marchese di Coeuvres. Però nemmeno questi toccò la mèta. Non tralasciò tuttavia nessuno sforzo per arrivarvi, specialmente quando, nell’autunno 1636, il Cardinal di Savoia depose il protettorato della Francia per assumere il protettorato della Germania, resosi vacante per la morte di Dietrichstein. Urbano Vili tenne fermo, anche quando i Francesi tornarono all’assalto nell’autunno 1637, poiché sapeva che era in gioco la sua neutralità, la quale Sf'la gli permetteva di promuovere le trattative di pace.4 Alla fine per tener lontano Antonio Barberini dal protettorato della Francia, fece egli stesso in concistoro le proposte per la provvista dei vesco-V;iti francesi.6 L’invio del maresciallo D’Estrées si dimostrò un grave errore, perchè con la sua mancanza di riguardi non fece che danni. Tuttavia Richelieu, si dice per far piacere a padre Giuseppe, lo lasciò :i* suo posto.* La situazione divenne ancora più acuta, quando il consiglio di Stato l’il giugno 1638 proibì di mandare a Roma -danaro per la spedizione delle bolle papali.7 Nell’estate del 1639 n freno; ma sua Beatitudine, conforme la sua vigilanza di sempre nella con-' n atione della libertà ecclesiastica, non volse conceder tal Breve, valendosi titolo di non esser stati espressi i nomi, se bene senza questo neanco n‘ai 1 laverebbero ottenuto; il che è riuscito di gran contento a questi ve-'"l'i