CAPITOLO III La restaurazione^ cattolica nei paesi dell’imperatore Ferdinanda II e nell’ impero Romano-Germanico. 1. Quando Urbano Vili al principio del suo governo fec le nomine dei nuovi nunzi, s’era creduto ad un cambiamento ai. < in Vienna.1 Quel posto importante rimase invece nelle mani e-!>e-rimentate di Carlo Carafa. Questi nel settembre 1623 coni V> in base alle sue osservazioni un diffuso rapporto sopra lo > religioso della Boemia e dei suoi paesi confinanti. In esso de veva i successi finora ottenuti, senza nascondersi però che m causa della scarsezza del clero e dell’imbarbarimento reliiii«^" del paese rimaneva ancora molto da fare per la riforma e la resi u-razione cattolica; egli stesso infatti, accompagnando l’imperai da Ratisbona a Praga dopo la chiusura della Dieta, aveva d<>\ 1 notare con suo gran sgomento che su tutta la via da Pilsen fino alla capitale boema non c’erano più parroci cattolici, uno solo ecc-et -tuato. Ma Carafa non si perdeva d’animo e raccomandava special-mente l’erezione di nuovi vescovadi tanto in Boemia che in Slesi Le insistenze del Carafa perchè si continuasse l’opera dei:• restaurazione cattolica trovavano ora buon terreno, perchè ni Germania i nemici dell’imperatore erano a terra e in Ungheria era stata fatta la pace con Bethlen Gàbor. Ora Ferdinando H poteva continuare in Boemia l’applicazione del principio del diritto regionale «cuius regio eius religio », principio che era stato invocato dai novatori e assunto nelle leggi dell’imp®" > a vantaggio della nuova fede. Valendosi appunto di questa nuova arma, Ferdinando potè procedere alla, ricostituzione della religione cattolica in Boemia, e di poi anche nei suoi alt" paesi. Già nell’anno 1624 si ebbero per la Boemia una serie di 1 Cfr. la * Relazione di Altoviti, in data, Vienna 1623 ottobre 7. A r clii v io di Stato in Firenze. * Vedi Kollmann I 351 s., 371 s.