Pregi del cardinale Ludovico Ludovisi. 45 utilmente amici, perchè egli e a i! primo a cercare un avvicinamento. Della doppiezza e degli inganni il cardinale aveva il massimo ii-rore. Amava, conclude il biografo, parlar libero e schietto, senza ^tentazione e senza millanterie.1 Anche se in questi abbondanti elogi, resigli da un servitore •dele e riconoscente, si vorranno fare le necessarie riduzioni, rimarrà sempre da lodare abbastanza, in armonia colla testimonianza d’altri osservatori. Gli ambasciatori d’obbedienza veneziani mmirano nel Ludovisi la distinzione, la sagacia e lo zelo per gli .diari, nei quali è instancabile.2 Perfino avversari dichiarati, come l’cnier Zeno, uomo acile alle contese e senza scrupoli, non possono ¡(■gare le eccellenti attitudini del Ludovisi alla direzione degli affari di governo, nè rifiutarsi a scoprire il suo spirito, la sua energia, l'abilità di trovare una via d’uscita negli affari più intrigati.3 Il mantovano Antonio Possevino già il 28 maggio 1621, notava nel giovane e amabile Cardinal nepote un talento naturale per _rii affari politici.4 Nessuna meraviglia che Ludovico raggiungesse un grandissimo ilìu so sullo zio, che gli era affezionato già prima della sua eie-azione. Egli lo completava nel modo più felice, poiché quello che mancava in forze al papa malaticcio, possedeva in copiosa misura uo nepote. Mentre, specie negli ultimi tempi di Paolo V, la costui rudente circospezione e la pedante compassatezza del Cardinal borghese avevano spesso impedito un intervento risolutivo, ora ’ì nuovo e giovane segretario di Stato portava nella politica papale ■ ìu impulso di fresca energia, che doveva giovare a .sai alla causa fila restaurazione cattolica. Vero è, però, che anche in lui non mancarono le solite ombre ella figura di Cardinal nepote. Si rinnovò purtroppo il penoso spettacolo che Eoma aveva mosciuto già sotto Clemente VEH e Paolo V. Il Ludovisi venne aperto d’onori, di dignità, di uffizi lucrosi e di benefizi ecclesia- s. 3 Vedi Barozzi-Bekchet, Roma I 117. 3 Vedi ivi 160. Sulla smania di litigare di R. Zeno vedi Den'Gel, Palazzo 1,1 Venezia 117 s. R. Zeno induceva, corrompendoli, ufficiali della segreteria di stato a tradire segreti di stato. Egli stesso ne parla cinicamente nella sua relazione presso Barozzi-Bekchet, Roma I 187. 4 Vedi lo * scritto del Possevino nell’ Archivio Gonzaga in Mantova. Cfr. anche il giudizio degli ambasciatori di Lucca negli Studi e docum. XXII 205 s.