320 Urbano VITI. 1623-1644. Capitolo HI. presentare la loro causa presso il governo. Ben presto essi crebbero a cinquemila uomini e s’impadronirono anche di alcuni canoni, cosicché il luogotenente dovette chiedere soccorsi all’impera ore, che mandò in Boemia cinque squadroni del reggimento Breuner. Allora i contadini si dispersero rapidamente e senza tentare una difesa lasciarono arrestare i 23 caporioni, tre dei quali vennero giustiziati nel luglio e nell’agosto dell’anno seguente. Per gli altri il giudizio finale fu assai mite, perchè la madre dell’assassinato Wartenberg chiese grazia per loro.1 L’esempio dei contadini di Markersdorf fece scuola anche nel ducato di Priedland e nei possessi del conte Michna, ma qni la rivolta venne soffocata dalle truppe senza grande difficoltà.2 Il Michna però sfuggì alla morte solo con una rapida fuga. Un capitano della signoria venne decapitato durante il saccheggi'! del castello di Wlaschin.4 Anche l’anno prima nella proprietà 'lei gesuiti di Ausch era stato assassinato crudelmente dai conta ini l’amministratore Vito Kassiades, il quale insisteva per l’attuazione dei decreti di riforma.6 Queste condizioni ebbero per conseguenza che anche alcuni u-datari ricorsero all’uso della forza. « Siccome l’arcivescovo di P> -•> e i sacerdoti non potevano viaggiare nel regno senza pericolo uè mandare altri - riferisce il Carata -, alcuni ritennero necess rio di ricorrere anche all’aiuto del braccio secolare. Ciò avvenne, tacendo acquartierare dei soldati nelle case dei non cattolici, affin hò imparassero a comprendere soffrendo (Is. 28,19).6 Questo fu fatto anzitutto in Beraun, ove nel 1625 il giudice imperiale esonerò dall’acquartieramento i cattolici per gravarne le case dei non cattolici.7 Anche in Leitmeritz il giudice imperiale fece la proposta di preferire per l’acquartieramento le case dei protestanti.1' La città di Kuttenberg s’era liberata dai pesi dell’acquarti» 'cimento facendo un patto con l’imperatore. Ciononostante, in seguii" alle violenze contro i cattolici, le truppe entrarono di nuovo >u città e fu possibile liberarsene, solo prestando obbedienza ai decn :1 di riforma.9 In Ivomotau, ove dopo la campagna del 1625 avrebbe dovuto risiedere una parte delle truppe, il conte Michna, d’accoM" col rettore del collegio dei Gesuiti, promise di preservare la cit 1 1 Gindely 407-410 (n. 7 pag. 410 le cifre devono esser sempre 1 '' 1 non 1625). * Ivi 411 s. 8 Ivi 412; Carafa, Commeni. 272. 4 Gindely 412. 6 Schmidl III 657; KrOss 180. 6 Carafa, Jtelatione 254. 7 Gindely 213. 8 Ivi 214. 9 Ivi 232 ss.