310 Urbano Vili. 1023-1644. Capitolo II. mentre egli si sarebbe atteso dal papa tutto il contrario.1 Non riuscì difficile a Bagno di confutare tali accuse; egli era del resto dell’opinione che il ministro non facesse sul serio con le sue lamentele, ma se ne servisse solo per indurre il papa a togliere ogni fondamento alle lagnanze col fornire realmente e in via di fatto i soccorsi finanziari richiesti.2 Bichelieu infatti, dopo la prima toria sugli Inglesi, aveva continuato l’attacco contro La BocIh . e desiderava perciò il consenso papale per imporre al clero per due anni una doppia decima o per poter vendere beni ecclesiastici per un reddito di centomila scudi.8 Ma il papa non ne volo a sapere. Egli rispose che con la vendita dei beni ecclesiastici s’eraim fatte cattive esperienze, come ne era stato testimonio egli stesso al tempo della sua nunziatura in Francia. Egli esitava anche ad imporre una doppia decima col vincolo dell’obbedienza, poi. ciò provocherebbe certo il malcontento dell’assemblea del clero che doveva esser convocata quanto prima. Consigliava invece il re a far chiamare a sè gli arcivescovi, uno alla volta, poiché con tal metodo più che colì’esigerlo pubblicamente in assemblei! si sarebbe ottenuto più facilmente il contributo del clero.4 Bichelieu non si adirò per queste controproposte tanto quanto si era temuto, e chiese solo al Bagno di tenere segreto fino all’assemblea ilei clero il vecchio Breve esortatorio non ancora pubblicato.5 Il papa mantenne il suo punto di vista anche quando Béthune gli osservo che qualora non si conquistasse La Bochelle, ne ricadrebbe la colpa su Sua Santità;6 anzi rispose che ciò non si sarebbe potuto affermare, ma che la colpa verrebbe attribuita all’adunanza del clero, che non aveva voluto approvare i mezzi finanziari occorrenti L’assemblea del clero di Fontenay non accolse nè la richiesta del re per quattro milioni di franchi, nè accettò con sommissioni' 10 scritto esortativo del papa.8 Il vescovo di Orleans biasimi’ 11 governo perchè si era rivolto al papa, e aggiimse che si poteva votare un contributo in danaro solo alla condizione che il re non si rivolgesse più per simili affari a Roma.9 A questa stessa 1 * Bagno il 15 dicembre 1627 in Nicoletti 421 s. 2 Ibid. Bétliune aveva fatto le sue rimostranze anche al card. Magalotti, 1': 3 Ivi 424. 1 Ivi 427 s. 1 Ivi 429. 6 * A Bagno il 9 febbraio 1628, ivi 435 ss. 7 Ivi 438. Del resto Fancan, consigliere di Richelieu, per nuocere all influenza del Papa in Francia, aveva raccomandato l’espediente di esigere dal P;l in pubblico concistoro un milione di ducati, altrimenti sarebbero stati costret 1 a fare la pace. «Le Pape assurément refusera et on aura un beau sujet ili' faire la paix et rejeter l’envie sur le défaut d’assistance de Rome». Kükelh'1 ' nella Hist. Vierieljahrsschrijt II (1899) 33, 8 * Nicoletti 444-448. 8 * Nicoletti 446.