Richelieu. Ciò malgrado Richelieu, dirigendo il suo sguardo solo alla metà della grande Francia, continuò sulla via fatale, passando sopra alla considerazione che la sua politica arrestava i progressi della restaurazione cattolica in Germania e preparava la vittoria del protestantesimo. Il cardinale non aveva nemmeno occhi per vedere l’altro rovescio della medaglia: la Francia dovette pagare i suoi successi con torrenti di sangue, con imposte insopportabili1 e con un assolutismo opprimente, che condusse infine alla grande rivoluzione.2 Che anche la Chiesa con un siffatto regime potesse svolgere la sua attività solo fra difficoltà grandissime era chiaro. Siccome quell’uomo onnipotente voleva dominarla anch’essa senza limitazioni, come dominava i suoi diplomatici, governatori e generali, la sua posizione di fronte alla Santa Sede si fece per forza assai difficile. Si è caratterizzato il suo punto di vista come quello del gallicanismo politico o pratico.3 Partendo dall’idea che il meglio era che la Chiesa di Francia venisse amministrata da lui stesso, avocò allo Stato nella misura più ampia il diritto di regolare tutte le particolarità della vita ecclesiastica.4 Egli considerava perciò come un’offesa nazionale il fatto che la Santa Sede non volesse tollerare tutto questo. In un opuscolo, scritto sotto la sua ispirazione, si parlava dell’oppressione della Francia da parte del potere papale e si dichiarava nello stesso tempo non essere il re vincolato dalle leggi della Chiesa. A ciò si aggiungeva la minacela di voler diminuire il prezzo che veniva pagato a Roma per la spedizione delle bolle.5 A questo vecchio conflitto se ne aggiunsero numerosi altri. La Santa Sede insisteva perchè i processi •sformativi per i nuovi vescovi venissero condotti per mezzo del nunzio, ma il governo si regolò secondo una decisione del parlamento del dicembre 1639, che rimetteva questa faccenda nelle >(|le mani dei vescovi diocesani: di fronte a che il papa minacciò di rifiutare l’istituzione canonica a tutti coloro che non si fossero evolti alla nunziatura.6 La tensione, acuita anche per altri motivi, (,lvenne allora così grande che al nunzio venne proibito di mante- ,!u.t0 Per giovare ai cattolici piuttosto che di salvare veramente i cattolici esehi. Cfr. anche ivi 282 nota. Gir, il tetro quadro, abbozzato da un distinto conoscitore della materia, ■ G. d’Avenel (Prêtres, soldats et juges sous Richelieu, Parigi 1907). »• i ,7®*^ Maynard IV 8 s.; Stanley Leatiies, loc. cit., 157; Avenel, Ùp . * "^4 s.; Wilckens nella Zeitschr. fur Kirchengesch. XV 285; Phi-p80ì) in pflugk-Harttung, Weltgesch. Neuzeit p. 625, 628. t Pcyol II 241 s.; Avenel III 366. , Mommsen 86 s. 6 ^’opuscolo ha per titolo: Le Nonce du Pape français ; Avenel III 367. vedi Avenel III 367.