Lotta pro e contro 1’ « Augustinus ». 673 Frattanto 1' « Augustinus » si diffondeva per l’Europa. La ristampa parigina del 1641 era apparsa con l’approvazione di sei dottori della Sorbona; nel 1643,1 l’opera voluminosa veniva stampata di nuovo a Roma. St. Cyran l’esaltava con gli elogi i più alti: dopo l’apostolo Paolo, ed Agostino, Giansenio era il terzo, che aveva parlato « più divinamente » della grazia e creato il « libro di devozione dei novissimi tempi ».2 In Fiandra gli erano favorevoli l’arcivescovo di Malines, i vescovi di Gand e di Tournai, a Lovanio i professori Pontan, Sinnich, Paludan e Yan Werm; molti preti secolari e fra i religiosi specialmente gli Oratoriani parteggiavano caldissimamente per essa.3 Gran lode raccoglieva 1’ « Augustinus » da parte dei calvinisti olandesi. Il predicante calvinista [Gilberto Yoit, cbe precedentemente aveva attaccato Giansenio, lodò il libro dal pulpito, un altro si adoperò per una traduzione olandese,4 perchè niente era così appropriato come quest’opera a fortificare il popolo calvinista nella sua fede. Ugo Grotius non dubitava più della possibilità di riunire calvinisti « cattolici, se la dottrina dell’ « Augustinus » era anche quella del papa. Dalla patria di Giansenio il parroco calvinista di Leerdam scriveva di ringraziare Dio, che il defunto vescovo di Ypres avesse finito per convertirsi e avesse abbracciato la dottrina ch’egli stesso annunciava dal pulpito di Leerdam.5 I Gesuiti avevano ottenuto, per mezzo di un loro confratello, Bivero, predicatore di corte presso il cardinale infante, e per mezzo delPAbbé de Mourgues dimorante in Bruxelles presso Maria dei 'ledici, che 1’« Augustinus » fosse proibito dal Luogotenente e dal suo Consiglio segreto. Ma, mentre la nuova dottrina si diffondeva sempre di più, il divieto di Paolo V sembrava impedire ai fedeli cattolici di controbatterla scientificamente. Ma finalmente alcuni gesuiti di Lovanio ritennero permesso, date le circostanze, non soltanto tenere una disputa pubblica per confutare Giansenio ed 1mioi aspri attacchi al loro Ordine, ma portare anche a conoscenza •Iella generalità, mediante la stampa, le proposizioni su cui si 1 sputava. Lo Stravius ammonì a non farlo, ma gli fu risposto, ‘■ne Paolo V non aveva proibito le dispute.6 La disputa ebbe 1 De JIeyer 89. 2 Ivi 88. 3 Rapin 426. traduzione uscì effettivamente all’Aia « per servizio della plebe e ■ '^Molarmente delle donne». * Stravius, il 14 settembre 1641, loc. cit. acch lettera al fratello di Giansenio del 13 febbraio 1641; essa si trova e nel Cod. Barb. 3150, f. 242 Biblioteca Vaticana. Ur- Hapin 424. R0 L; Stravius in data 6 aprile 1641, Biblioteca Angelica in Vincenzo de Paoli giudicò più tardi, che i divieti (di Cle- 1 li HI e di Paolo V) si riferissero solo ai punti non ancora decisi dalla PiST0R» Storia dei Papi, XXII.; 43