126 Gregorio XV. 1621-1623. Capitolo III. Carnet, non fu davvero imbarazzato a trovar prove per la competenza del parlamento. La figlia - così argomentò egli - è una parte del padre, dunque l’offesa della principessa elettrice del Palatinato era un’offesa del re; ma il re appartiene al parlamento, e quindi chi pecca contro l’onore della principessa pecca confro il parlamento.1 La Camera tuttavia non arrivò al punto di accettare le sofisticherie di codesto celebre giurista, e dopo lungo discutere decise di rimettere la vertenza alla Camera alta. Colà l’ammenda di Floyd venne accresciuta da mille a cinque mila, egli stesso venne dichiarato infame e incapace di testimoniare innanzi ai tribunali e condannato a venir bastonato dal ponte di Londra fino a Westminster, e poi tenuto fino alla morte in prigione. Il re però, per intercessione del principe ereditario, rimise all’infelice la pena del bastone. Nella seduta finale del parlamento il -i giugno 1621, venne ancora una volta in discussione la questione scottante della reintronizzazione del principe elettore del Palatinato. Bisogna conservare la vera religione, disse Perrot; all’estero essa trovasi in cattive condizioni, all’interno è minacciata. Voglia quindi il parlamento, prima di sciogliersi, dichiarare che quando tornerà a radunarsi sarà pronto, se necessario, a sacrificare tutto, anche la vita, per la causa di Dio e i figli del re. La proposta venne accolta fra grida di giubilo e sventolar di cappelli e su di essa venne formulata una dichiarazione. Giacomo I ordinò che venisse tradotta nelle principali lingue d’Europa, per quanto l’accenno ai pericoli che correva la religione in Inghilterra alludesse abbastanza chiaramente alla politica spagnuola del re.* Alla ripresa parlamentare del 20 novembre 1621, discutendosi il bilancio, hi Camera colse l’occasione per manifestare apertamente la sua avversione per la Spagna e contro tutto quello ch’era cattolico. Il nemico d’Inghilterra - proclamava Phelips il 21 novembre - sono gli Stati cattolici, mentre gli Stati protestanti d’Europa sono i suoi alleati naturali. S’è detto che il re di Spagna è un amico, ma tutti sanno che presiedette a quel consiglio di guerra ch’ebbe per conseguenza l’occupazione del Palatinato e che gli aggressori vengono pagati coi suoi danari. A suo avviso Iddio è adirato perchè si è lasciato perdere la corona boema al principe elettore. All’interno il commercio è rovinato e i cuori dei papisti palpitano per il re di Spagna. Essi sono divenuti tanto sfacciati che osano chiamare i protestanti un semplice partito e cominciano a disputare pubblicamente della religione. Contro siffatti pericoli la Camera bassa deve prestare all’Inghilterra la sua protezione.8 1 Gakdinek IV 123. * Ivi 128-131. J Ivi 236 s.