Vani sforzi pacifisti del papa. 469 dell:! guerra,1 che logorava già da 12 anni le forze della Germania. Tornò a proposito di Kichelieu la circostanza che anche il cancelline svedese Axel Oxenstjerna era deciso a continuare la guerra chi* voleva però, come Gustavo Adolfo, dirigere da solo. Vero è che a ciò s'opponevano i principi elettori della Sassonia e del Iinndemburgo, ma essi rimanevano tuttavia fedeli all’alleanza con gli Svedesi. Grandi successi dovette Oxenstjerna al marchese di Feu-quières, mandato in Germania da Eichelieu,2 il quale con la sua energia, con la sua amabilità e spargendo a piene mani danaro riuscì in Heilbronn nelle trattative condotte con gli Stati protestanti dei circoli svevo e franco del Reno superiore e medio, a conr irdare il 23 aprile 1633 una lega, che pattuì per gli Svedesi hi dil ezione della guerra ed una indennità, e per gli Stati sopradetti la loro « libertà ». Nello stesso tempo venne rinnovato tra la Svezia < la Francia il trattato di Bàrvald.3 Questi accordi dimostrarono quanto vane fossero le esortazioni rivolte da Urbano Vili e dal suo nunzio Bichi a Luigi XIII e a Richelieu. Quando Bichi osservò al cardinale francese che l’alleanza coi protestanti era illecita e dannosa per gli interessi cattolici, Richelieu rispose che la Spagna ve lo costringeva; inoltre ogni Stato cattolico ha il diritto, disse, di unirsi con principi protestanti, quando si tratta della sua sicurezza. Bichi rispose di non essersi atteso un tale atteggiamento da parte di un re guidato da un cardinale; che del resto la Francia imparerebbe ancora a sue spese cosa significasse appoggiarsi alle lancie acuminate dei protestanti.4 l’er quanto da parte francese si solesse richiamare al fatto, che nel nuovo trattato con la Svezia si era insistito per garantire il culto catti lico nei paesi conquistati, dalla parte del papa però nessuno s Eludeva che, come era stato dimostrato finora dal corso delle cose, tale promessa venisse poi mantenuta.5 Ma il papa poteva ben disapprovare il contegno della Fran-l;lil Quanto volesse,6 gli Spagnuoli non se ne accontentavano, ma esigevano di più, ed erano perciò decisi ad esercitare in Roma la massima pressione possibile.7 Urbano avrebbe dovuto abbando-llare la sua posizione al di sopra dei partiti, impostagli come Vedi Stanley, Leaihes nella Cambridge Modem History IV 161. Vedi Leltres et négociations du M. de Feuquières I, Amsterdam 1753; V'-niez, Le Pere Joseph et Eichelieu II 113 s.: Batiffol nella Jìev. hist. ,XyHl (1921) 172. Cfr. Hurter, Friedensbestrebungen Kaiser Ferdinands li 37 s.; Kret-' “'UR, Ber Heilbronner Bund, 3 voli. (1922). _ V edi la lettera di Biehi del 29 novembre 1633 in Leman 301, n._2, _ V edi la lettera di Pr. Barberini a Bichi del 18 giugno 1633, ivi, 299, n. 2. , £fr- jl Breve a Luigi XIII del 27 agosto 1633, ivi, 299, n. 3. dtttr . v*° Testi * comunicò il 23 febbraio 1633 che il Cardinal Pio gli aveva 111 estrema confidenza, che Castel Bodrigo ha presso di se una tal