330 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo III. mesi, giovani e vecchi, studenti e lavoratori, non avessero che una sola mira, quella di impedire che gli Svedesi e con loro l’ostile luteranesimo diventassero i padroni della città.1 Sotto l’imperatore Ferdinando III, le misure per la ricostituzione dell’antica fede portano un’impronta chiaramente diversa da quella di suo padre. Anche il nuovo sovrano nei tre primi anni del suo governo emanò alcuni decreti severi contro gl'innovatori. Ma già il cardinale Harrach, negli ultimi anni stessi di Ferdinando II, aveva cercato la via di metodi più temperati. Infatti col popolo di campagna si poteva raggiungere molto colle buone maniere. Nella città di Landskron (Lanskroun) per esempio da principio non c’erano che cinque o sei cattolici, e tuttavia dal 1628 fino al 1631, fatte poche eccezioni, la restaurazione cattolica potè venire attuata senza durezze. Così fu anche in molti altri luoghi, come nei feudi di Guglielmo Slawata e quasi dappertutto nella Boemia meridionale.2 Già nel 1635 il cardinale, con l’approvazione dell’imperatore, rilevava in un’ordinanza che quello che più importava era il predicare e il fare regolarmente la dottrina, dare cioè il massimo peso alle missioni. Anche ora i missionari erano sempre accompagnati da commissari civili, generalmente però senza la scorta militare, come per esempio iu Joachimsthal, Eger, Hradetz, Czeslau (Jàchymov, Egra, Hràdec, Càslav) e Bunzlau; così le violenze di prima non si poterono ripetere. Ulrico Adamo Popel von Lobkowitz, nell’istruzione kly (ßtgto ■matton 276) dice a proposito della città di Praga: «che l’influenza del clero ■ ‘r tolico diventasse a poco a poco decisiva e guadagnasse alla fine anche gli dei più refrattari è dimostrato inconfutabilmente dall’invaflione sassone av" nuta alla fine del 1631. In quest’occasione gli emigrati che rientravano accar,‘ zavano la speranza d’una rinascita del protestantesimo, ma solo pochi a ’1 tanti di Praga soddisfecero le speranze in loro concepite; la stragrande ni:HD-''' ranza rimase sorda agl’inviti dei predicatori protestanti, dando con ci» • prova che si erano staccati da loro anche internamente ». Cfr. Hist.-polit. M*1 ' CXVII (1896) 326. Nei rinnovati tentativi ili protestantizzare Praga. comi’1 nel 1631, «l’esito fu meschino» diee Kröss (335). « La maggior parte dei 11 tadini rimase fedele alla confessione cattolica*. Cfr. ivi 212 sulla hleii'-" a Rkzek I 126. Cfr. un documento ufficiale nelle Mitt. des Vereins fü>' 1 der Deutschen in Böhmen XXVII (1888) 227, che presuppone nel 1630 la "" versione di Landskron come già compiuta. 3 Rezek I 126 s.