750 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo Vili. al vescovo di Lamego di trasportarsi nel palazzo De Cupis a piazza Navona; lo si ammonì però a non uscire con seguito. Allorché il vescovo non si attenne all’ammonizione, il papa glielo fece proibire per mezzo del cardinale Bichi. La cosa era necessaria, non solo perchè gli Spagnuoli concludevano da ciò ch’egli era riconosciuto quale inviato, ma anche perchè c’erano da temere disordini, mentre il nuovo ambasciatore spagnuolo marchese de Los Vele/ non faceva mistero della sua intenzione di attaccar briga eoi ve-scovo per la strada e, se possibile, di cacciarlo da Roma. Oli animi, frattanto, si riscaldavano sempre di più. Compii rvero scritti prò e contro l’ammissione del vescovo quale inviato di Giovanni IV.1 Gli Spagnuoli minacciavano: uno dei loro seguaci. Teodoro Ameyden, andò tanto oltre, da dire nell’anticamera del papa che, essendo la Spagna il braccio destro della Santa Sede, il papa doveva appoggiare Filippo IV contro i ribelli e in caso di necessità vendere perfino i suoi calici per concorrere alla riconquista del Portogallo!2 Poiché la decisione si protraeva, il ve-nivo di Lamego cercò di forzarla. Egli domandò « quale inviato del Portogallo » un’udienza presso il cardinale Lante, il decano del Sai-m Collegio. Sulla risposta, che il «vescovo di Lamego » sarebbe 1 ricevuto alle 7 di sera, egli si recò a palazzo Lante, ma non trovo in casa il cardinale. Gli Spagnuoli sfruttarono il caso e si lagnarono che l’inviato di Giovanni IV fosse stato ricevuto dal decano del Collegio cardinalizio. Il papa lo negò, il che nella città non si volle credere. Non era un segreto, che il marchese de Los A elez voleva procedere colle armi contro il vescovo e raccoglieva armati a questo scopo, nonostante il divieto del governatore Giovali Battista Spada. Urbano Vili, quindi, per evitare uno scontro, proibì al vescovo di Lamego per alcuni giorni di uscire.3 Ma •' vescovo non obbedì; il 20 agosto 1642 egli uscì, accompagnato da armati; in prossimità di piazza Colonna presso la chiesa di S. Maria in Via, egli si urtò col marchese de Los Yelez, parimenti circondato da armati. Si venne a una zuffa, a colpi d’arma da fuoco, con vari morti da ambe le parti; i due inviati nemici presero la H'.ìM-la polizia potè arrestare solo tre dei colpevoli.4 1 Vedi ivi 19 s., Cfr. sotto, p. 752, n. 1. 2 Vedi Ademollo 35, n. 1. 3 Vedi ivi 36 ss. a.,rione 4 Vedi, oltre le fonti utilizzate dallo Schäfer (IV 529 s.), anche la n • - ^ ^ dell’Ameyden presso 1’Ademollo 41 s. (ivi 42 s. la rettifica di essa 111 « Diario » del governatore Spada e alla relazione del Gigli), come pure zione del * Nicoletti (loc. cit.), il quale pone erroneamente lo scontro a -• ^ ^ ^ sto. Una * relazione spaglinola è nel Barb. 3561, p. 269 s., Bih 1 ° gtanfj| Vaticana. Sebbene le relazioni differiscano in molti punti, U ,\ del fatto è però assodata nel modo indicato sopra. Il * Processo su a nel Barb. 6272, loc. cit.