(544 Urbano Vili. 1023-1644. Capitolo VII. rispetto a Roma. I suoi aderenti segreti non resistevano apertamente alle decisioni papali, ma neppure si sottomettevano ad < -e sinceramente, bensì cercavano, con interpretazioni artificiose, di porre in qualche modo in accordo con quelle i risultati delle loro indagini. Per l’insieme di questa tendenza, proseguita dallo Janson, tale posizione verso Roma è caratteristica. Per quanto riguarda la Bolla emanata da Pio Y, confermata da Gregorio XIII, contro Baio, la si rendeva completamente inefficace, spostando un comma dalla sua posizione naturale, e dando così un significato falso a una proposizione. Pio Y aveva detto, che alcune proposizioni di Baio si potevano per verità difendere in qualche modo, ma che egli le condannava secondo il senso letterale rigoroso e proprio, che era anche il senso dell’autore. Secondo i seguaci di Baio, invece, egli avrebbe dichiarato, che alcune delle proposizioni potevano difendersi secondo il senso letterale rigoroso e proprio, che era anche il senso dell’autore.1 Poiché in nessun luogo si stabiliva quali fossero queste proposizioni, così vi si poteva includere ogni singola dottrina di Baio e seguitare a sostenerla. Lo scolaro di Giacomo Janson, Cornelio Giansenio, svolse completamente la nuova eresia di Lovanio unendola indissolubilmente col suo nome.2 Giansenio 11011 fu punto un uomo di grande originalità di pensiero, ma di una intelligenza pregevole e particolarmente di una memoria portentosa. Il corso degli studi non potè essere per lui, figlio di un povero artigiano 3 del villaggio di Acquoi presso Leerdam, che una lotta col bisogno e le privazioni; ma appunto nella lotta costante si fortificò la laboriosità ferrea, la persistenza tenace che lo distinguono, come anche, dall’altra parte, la sua ostinazione cocciuta, e grazie ai successi ottenuti, anche il suo orgoglio smisurato. Giovane diciannovenne, egli conquistò nel 1604, dopo un biennio di studi filosofici, il primo posto fra tutti gli alunni dei quattro collegi universitari di Lovanio. Nello stesso anno avvenne la trasformazione decisiva nella sua vita. Per dedicarsi alla teologia, egli si sottopose nel collegio di Adriano VI alla direzione di Giacomo Janson, il quale infuse nel finora così fervido studente di filosofia un disprezzo completo della scolastica, e lo indirizzò, nel modo in cui l’intendeva Baio, ai Padri della Chiesa e specialmente ad Agostino come alle pure fonti del sapere teologico. 1 Le Bachelet, Dictionnaire de théol. cath. I 2546. Cfr. la presente Op«>‘> voi. Vili 259, n. 3. 2 Un riassunto delle lotte giansenistiche con bibliografia è dato da J- ' keyre nella Rev. d’hist. de l’Église de France 1924, ottobre-dicembre. 3 II padre, Jan Ottiie, dal cui nome egli si chiamò Jansen, cioè ^ Jan, deve essere stato maniscalco; vedi Chékot in Prèda historiques J Per la critica delle scarse notizie sulla gioventù di Giansenio cfr. ivi e Vandenpeereboom 11s.