Tensione con Venezia. 79 Gregorio XV a Filippo IV del 4 gennaio 1623 si lagna amaramente delle indebite ingerenze del potere civile.1 Non sorprende quindi che in tali circostanze anche i rapporti del papa coll’ambasciatore spagnuolo, duca di Albuquerque, fossero molto tesi.2 Più fortemente ancora che nella Spagna venivano lesi i diritti della Chiesa in quello Stato italiano che del re cattolico era l’antipode politico, vale a dire in Venezia. Dopo i successi raggiunti sotto Paolo V, la repubblica, consigliata dal più acerrimo nemico che avesse la Chiesa cattolica, Paolo Sarpi, si ostinava su questo terreno nel suo anteriore atteggiamento. Paolo V aveva fatto delle frequenti rimostranze, ma aveva evitato il conflitto aperto. Morto lui, la Signoria, per motivi politici, si mostrò disposta a mettersi col nuovo papa su di un piede migliore,3 cosicché a Roma rinacque la speranza di migliorare le relazioni con Venezia. In tale senso suonano le istruzioni date da Gregorio XV il 12 maggio 1621 a Laudivio Zacchia, vescovo di Montefiascone, mandato come nunzio alla città delle lagune.1 Quest’abile diplomatico, che s’informò ampiamente anche presso il suo antecessore Gessi, ebbe la missione di riguadagnare il terreno perduto, ma anche la direttiva di procedere con somma cautela,5 di non far passi azzardati, di attendere sempre il momento favorevole, ma anche, quando trovasse della resistenza, di non perdersi d’animo. Facesse appello sovratutto all’accortezza tempo di Msgr. de Massimi suo successore ». Barb. 5316 p. 1 s., e Ottob. 2415 p. 404 s., Biblioteca Vaticana, nel Cod. Bolognetti 61, Archivio segreto pontificio e Inf. polit. XXIV 398 s., della Biblioteca nazionale di Berlino. Una quinta copia nella Biblioteca Corsini in Roma, Cod. 33 A 19 fu usufruita da Meister (Róm. Quartalschr. VII 464). Sopra il qui citato caso Covarruvia nel quale anche il Massimi prese una posizione del tutto falsa, cfr. Barb. 3560 Biblioteca Vaticana) p. 1 s.: * Proibizione dello scritto di « Antonio de Covarruvia, canonico de Sevilla »; 3 s.: Censura di questa pubblicazione per « Ioh. de Miranda; » 13 s.: « Relazione di quanto ha fatto Msgr. Patriarca de Sangro et Mons. de Massimi Nunzio nella causa del suddetto Covarruvia e dei torti che per questo ha ricevuto la giurisdizione apost. ». Cfr. anche la * lettera di Agucchi al nunzio di Spagna del 26 ottobre 1621 nel Cod. 33 I) 23 della Biblioteca Corsini in Roma. 1 Un * Breve simile venne spedito il 4 gennaio 1623 a Olivares, entrambi in Arni. XLV 24, Archivio segreto pontificio. 1 Vedi Studi e docum., XXII 209. 5 Ciò si manifestò nell’invio di una solenne ambasceria d’obbedienza (cfr. Barozzi-Berchet, Roma I 111 s.), e nell’assunzione al patriziato veneto dei nepoti papali (cfr. sopra p. 79). 4 Le lettere credenziali al doge A. Priuli, in data 1621 maggio 12, in Arm. XLV 23, Archivio segreto p o n t i f i c i o . Su L. Zacchia, il cui busto scolpito maestrevolmente dall’Algardi trovasi nel museo di Berlino, cfr. lo studio di Posse su A. Algardi in Jahrb. der preuss. Kunstsamml. 3 quaderno. 6 Vedi il testo dell’istruzione in Ardi. stor. Hai., VII, 1 (1858) 13 s.