82 Or egorio XV. 1621 1623. Capitolo II. Posto anche che singoli membri dell’Ordine avessero mancato, non ne dovrebbe per questo soffrire tutta la Compagnia. Fra tutti gli »Stati cattolici la Signoria rappresenta una penosa eccezione.1 A parte la Spagna, per la quale i Gesuiti sono accusati di eccessiva simpatia, il papa intende solo ricordare quanta considerazione goda l’Ordine in Francia; in Germania poi, scrive il papa, esso lui salvata la religione. Le calunnie lanciate contro i Gesuiti da coloro che hanno abbandonata la Chiesa non possono ridondare che a loro onore. Grandissimi sono i meriti della Compagnia nella propagazione della fede fra i pagani. Xon minori sono i meriti dei Padri riguardo al l’Italia: e come ne rendono aperta testimonianza la maggior parte di città, così anche non pochi abitanti dello stesso territorio veneto, che si lodano di quanto essi fecero per elevare la vita ecclesiastica e promuovere l’istruzione della gioventù.2 Tuttavia, nonostante che in favore dei Gesuiti intervenissero anche i rappresentanti della Francia, l’appello del pontefice rimase senza effetto.3 Indebite ingerenze del potere civile di Padova nella giurisdizione ecclesiastica costrinsero Gregorio XV a rivolgersi al doge ancora negli ultimi giorni di sua vita.4 In quanto all’inquisizione romana,6 non abbiamo alcuna notizia d’un suo procedimento contro eretici, durante il pontificato di Gregorio XV.0 Evidentemente non se n’ebbe motivo. Il papa vigilava intensamente contro ogni pericolo di contagio dottrinale e ne è prova la severa proibizione ch’egli, rifacendosi ad un’ordinanza di Clemente VIII, emanò contro la tendenza di concedere, sotto qualsiasi pretesto, il permesso agli eretici di trattenersi in Italia.7 Così sulla fine del 1622 vediamo Gregorio XV insistere con grande energia presso l’ambasciatore di Lucca af- 1 * « Europam universali! aniino percurrite, eatholicorum principimi suffragi« numerentur, poriculum erit, ne vos uni male de tam praeclara societate sentire reporiamini ». Ibid. 2 * « Nani sacra accuratius coli, iuventutem sapientius institui, pietatis studia frequentili exerceri Iesuitis in eam rem alacrius incumbentibus, et ple-raeque huius provincia« civitates testificantur et non pauci etiam vestrae ditionis homines palam fatebuntur ». Ibid. 3 Vedi Ardi. s/or. Hai., loc. cit. 22 n. 20; efr. Zeller, lAiynes 239 ss. I Vedi la lunga * lettera al doge A. Priuli del 1° aprile 1623, Arni. XLV 21 Archivio segreto pontificio. s Membri dell’inquisizione romana erano allora i cardinali Bandini, C. Ma-druzzo, Millini, Verallo, Borgia, Centini, Cobelluzio, Scaglia, Ludovisi e Lavalette; vedi L. Diana, Voordinatus 577. II In Bologna il 27 novembre 1622 ne vennero giustiziati quattro che avevano profanato immagini sacre; vedi R. Campeggi, Racconto degli eretici iconomiasti giustiziati in Bologna 1623 e Battistella, 8. Officio, Bologna 1905, 114 s., 191 s. I nomi dei grandi inquisitori in Diana v. 7 Costituzione del 2 luglio 1622, Diana 555 s.; Bull. XII 708 s.