232 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo I. singolari. Gli Spagnuoli lo rifiutavano per alcune sentenze canoniche che egli aveva dettato. Anche dei cardinali nominati dn Clemente Vili tre venivano considerati come papabili: Bandini, Ginnasio e - per quanto non ne venga fatto il nome in tutte le relazioni - Madruzzo. Bandini, noto per grande esperienza >■ acume politico, amico degli stranieri, aveva molti adepti, tra iquali i più zelanti Capponi e Ubaldini: non pochi avevano veduto in lui il nuovo papa ancora ai tempi di Gregorio XV. Ma appunto per ciò egli era odiato dal Borghese. Anche il Medici, in causa di antecedenti contrasti fra le due case, aveva assunto verso il Baldini un atteggiamento sfavorevole. Lo stesso valeva per Aldobran-dini, Savoia e Savelli.1 Ginnasio aveva pochi nemici, ma anche pochi sostenitori. Le sue doti spirituali erano modeste e taluno lo diceva anche avaro. Gli Spagnuoli presso i quali era stato nunzio gli erano ostili, mentre Farnese, Medici e anche Ludovisi sii erano favorevoli. Madruzzo passava per tedesco, benché egli stesso si presentasse come italiano. Egli era proposto anche dagli Spagnuoli, ragione per cui lo osteggiavano i francofili. Siccome si riteneva che egli più che un buon papa sarebbe per diventare un abile uomo di Stato, le sue prospettive apparivano esigue. Il più gran numero di papabili si trovava fra i cardinali di Paolo \. Si fanno i nomi di Galamina, Barberini, Millini, Cobelluzio, Verallo, Campori, Cennini e Scaglia; in alcune relazioni anche Carata e Lante. Galamina, prima generale dei Domenicani, era uomo di ottima condotta e pieno di zelo religioso, ma poco esperto negli affari del mondo: godeva molte simpatie presso il popolo di Boma.2 Gli Spagnuoli gli erano recisamente avversi, perchè nnn aveva tenuto conto dei loro desideri nella nomina del suo successore al generalato e oltre a ciò sembrava inclinare verso la Francia. Il Borghese non aveva molte preferenze per lui, mentre il Ludovisi gli era piuttosto favorevole. In una situazione simile si trovava il Barberini. Distinto per grande bontà, erudizione ed esperienza, e ir li era rimasto lontano dai partiti3 ed era ben voluto dai pi'i: aveva perciò grande prospettiva di ascendere il trono papale. Non mancavano tuttavia anche per lui numerosi ostacoli. Anzitutto non si fidavano di lui gli Spagnuoli, perchè essendo stato antecedentemente nunzio a Parigi, passava per francofilo. Anche il Borghese non inclinava per il Barberini, il quale per la sii» franchezza non era stato molto ben visto nemmeno dallo zi" Paolo V. I Medici pure non desideravano la sua elevazione. I 1 Cfr. Quazza, loc. cit. 18. a Ibid. 14. 3 « Il papa è persona neutrale tra le fattioni », scrive l’ambasciatore estensi immediatamente dopo l’elezione del 6 agosto 1623, Archivio di Stato in Modena.