732 Urbano Vili. 1623-1644. Capitolo Vili. dalla Francia, fn da esso respinta.1 Esso cercò di costringere Urbano VITI a cedere opprimendo il clero, ma invano. Gli sforzi del nunzio e della Francia per un compromesso 2 rimasero infruttuosi, fino a che il pericolo turco non portò un cambiamento.* Allorché Urbano YTIT si dichiarò pronto ad appoggiare Venezia contro il pericolo che minacciava dalla parte d’Oriente, la Signoria decise l’il dicembre 1638 di destinare nella persona di Giovanni Nani un inviato straordinario a Roma. Questo fu ricevuto in modo straordinariamente amichevole. Egli trovò il papa disposto ad aiutare quanto poteva la repubblica contro i Turchi.4 La nuova iscrizione era stata nel frattempo ricoperta di intonaco per le premure del cardinale Cornaro,® che si era adoperato instancabilmente per un compromesso. Ma il ricollocamento dell’iscrizione antica, desiderato così pressantemente da Venezia, non fu potuto ottenere dal Nani.6 Solo il successore di Urbano Vili soddisféce a questo desiderio. Come nelle relazioni di Roma con Venezia, così anche in quelle colla Spagna le differenze politiche erano variamente intrecciate colle ecclesiastiche. TI principio della politica ecclesiastica spagnuola rimase sotto Filippo IV lo stesso che sotto i suoi pre-decessoi'i: tenace mantenimento dei poteri reclamati in base ad un ampio cesaropapismo e, se era possibile, ampliamento loro, senza però arrivare ad una rottura completa, la quale non sembrava consigliabile, nè per motivi politici nè per religiosi. Calcoli sinuli determinavano anche gli sforzi di Urbano Vili per rimanere nei limiti del possibile in buoni rapporti con Madrid. Se egli faceva moltissime grazie al governo spagnuolo, ciò avveniva non tanto pei' i Vedi * Nicoletti VII c. 5, loc. cit. ’ Cfr. la * Relazione nell’Oiiofc. 3238, Biblioteca Vaticana. 3 Vedi * Nicoletti, loc. cit. * Vedi Nani, Relazione 9 s. Per le spese di guerra fu consentita a Venezi-1 una decima sul clero. 6 II cardinale Cornaro * scriveva l’8 gennaio 1639 al Senato circa 1 acco glienza molto amichevole fattagli dal papa. In una * lettera del 1’- ' braio 1639 riferiva sopra un’udienza, in cui Urbano Vili insisteva ' proprie buone disposizioni per Venezia «e professava di esser buon Itah.ni>’-et che un Papa buon Italiano non può se non amare e stimare somnianieii 1 la república di Venezia ». Archivio di Stato di Venezia- 6 Allorché il Nani partì, Urbano VIII lo vide andar via con rincrescimenti-e nell’udienza di congedo, il 23 marzo 1640, gli disse ch’egli considerava i>* terruzione dei rapporti diplomatici come un gran danno anche per V®111^1, | In fatto il Nani ebbe un successore il 20 aprile 1640 nella persona ili n®*ie Contarini (vedi Barozzi, loc. cit. 45). Ma i rapporti rimasero tesi, ed in seguito non mancarono litigi. Urbano VTII giudicava nel 1641, « * 1 lt ^ Venezia non si corrispondeva a nulla per quel che se le faceva, nò si guar,^‘(i se non al proprio interesse, e con tutte le grazie sempre si stava coinè o-da principio » (Nicoletti VIII c. 8, loc. cit.).