Tensione fra Roma e gli Absburgo di Spagna. 371 assicurazioni enfatiche di Olivares che Filippo IY «faceva sempre la guerra in prò’ della religione »,* era pienamente giustificata. Soddisfare tutti i desideri di Filippo IV era per Urbano impossibile, oltreché poco consigliabile. Conosceva l’insaziabilità delle pretese politico-ecclesiastiche e l’avidità di dominio degli Spa-gauoli e temeva la loro egemonia in Italia, la quale minacciava l'indipendenza temporale e spirituale della S. Sede; e perciò riteneva necessario di mantenere un contrappeso nella forza della Francia.2 Quanto grandi fossero l’esigenze degli Spagnuoli s’era manifestato già al principio del pontificato di Urbano Vili, quando avevano pretesa l’estensione della cruzada a Napoli3 e chiesta la porpora non soltanto per il dotto canonico di Toledo Enrico Guzman, ina anche per il nunzio a Madrid Innocenzo de’ Massimi.4 Costui, per varie sue iniziative, s’era tirato addosso il malcontento di Urbano VIII a tal punto, che ben presto si pensò al suo richiamo, cosa che, non ostante l’opposizione del governo spagnuolo,5 alla fine del 1623 venne anche attuata. Il nuovo nunzio Giulio Sacchetti incontrò grandi difficoltà non solo nella questione valtellinese, ma anche in molti problemi ecclesiastici. L’istruzione a lui inviata 6 indica la conservazione della giurisdizione e della immunità ecclesiastica come il compito più difficile del nunzio spagnuolo, poiché nonostante i sentimenti cattolici del re, i ministri si permettevano le più gravi intromissioni. Si fanno particolari lagnanze sul conto del consiglio reale di Castiglia, e il nunzio viene invitato a difendere risolutamente nello stesso tempo con cautela e dolcezza i diritti della Chiesa. A quel consiglio reale si era rivolto il canonico Corruvias di Si-' ■iilia, il cui libro diretto contro la S. Sede aveva dato molto da fare ai nunzi precedenti. Circa le competenze giudiziarie della nunziatura, viene inculcato al Sacchetti di difenderne i diritti indiscutibili e gli si raccomanda cautela, ma anche risolutezza nelle sue relazioni coi capitoli e coi vescovi. Circa l’internamento del cardiale Lerma, si esprime il desiderio che venga permesso il suo trasferimento a Roma. Il nunzio dovrà poi invitare i collettori a moderarsi, poiché i regi tribunali spesso si lagnavano, non senza ragione, «ell'opera loro. ^ Vedi la relazione del nunzio Sacchetti in Dollinger, Vortràge I 258. 3 YVedi delazione di fi. Zeno 176. in I- *a * Instriittionc a Msgr. Sacchetti, Nuntio appresso la M1* Catt. ‘ ata 1640 27 gennaio (Cod. X, V, 15 pp. 149-194), Biblioteca C a - » v 6 ? ? e in Roma. ' edi i * Brevi a Filippo IV, 8 gennaio e 7 febbraio 1624, Epist. I, i 'vio segreto pontificio. . * , 1 Stazione di R. Zeno 176. Instruttione a Msgr. Sacchetti, vescovo di Gravina, loc. cit.