SALE 3-6. SALONE DELLE FESTE E MOSTRA DELL’ ARTE DEL TEATRO. Architetto. MARCELLO PIACENTINI. Dalla necessità di inserire le aperture, destinate ai piccoli palcoscenici, nel corpo delle pareti, l’artista ha tratto motivo per creare, in una alterna successione di superfici curve e piane, un insieme architettonico di puro e nudo volume. Commissione organizzatrice: MARGHERITA G. SARFATTI, Presidente? ANTONIO MARAINI ; MARCELLO PIACENTINI. La vecchia storia - ancora e daccapo - sempre è la stessa per noi italiani : dolorosa storia di un primato, in tutte le manifestazioni dell’arte, che fu splendido e che andò oscurandosi nei recenti anni. Per ritornare alla nostra tradizione dobbiamo ora faticosamente rian* nodarla sopra il baratro dei decennii o dei secoli, e per lo più ripren» derla così come essa a noi giunge, ravvivata e trasformata ma in parte anche deformata da paesi stranieri. Tutti sanno che 1* Italia del Rinascimento fu la madre del risorto teatro moderno anche sotto il punto di vista della plasticità teatrale ; tutti conoscono e ricordano il Teatro Olimpico di Vicenza, un capolavoro che non è sublime ma è delizioso : il che di raro accade nella terra del Colosseo e di Michelangelo, dove si giunge più facilmente alla maestà che alla grazia. Forse ciò avvenne perchè nel Teatro Olimpico il Palladio si ispirò alla squisitezza ellenica più che alla grandiosità romana. Nella piccola sala, nella piccola scena la proporzione trionfa spi» ritualmente sovra il concetto materiale della dimensione. Ecco in fan* tasiosa e adorna miniatura le vie di Tebe, e la reggia, e lo scenario fisso diviso a tre porte, secondo i precetti antichi, nella cornice inventata da Eschilo e Sofocle per lo svolgimento dei loro drammi. Forse meno conosciuta è 1’ evoluzione che tenne dietro al Palladio quando la genialità creativa italiana portò sul teatro la terza misura s la profondità, che il Palladio dietro il precetto degli antichi aveva soltanto magistralmente simulata con la prospettiva. Il Serio, il Vignola, il Bibbiena, sono fra noi troppo poco noti come artisti della scenografia. Le fantasiose e profonde comici teatrali ideate dal Serio precor»