XIII. 333 I Giornalisti. •— Spettacoli teatrali in s. Benedetto e s. Luca (*). Un giornalista è la persona più infelice del mondo. A veder quel suo volto capitar a ogni spasso, a ogni festa, a tutti i teatri, da per tutto in somma dov’abbia per poco passatempo e diletto, chi non porterebbe invidisi a quella beata sua vita, a quell’agiatezza che gli lascia avere un sì caro tempone? A dire invece ch’egli è là solamente per mestiere, per ciò che volgarmente si chiama il suo pane, appunto come un fabbro sia all’incudine od un sartore alle forbici, giacché certi giornalisti trattano anch’eglino volentieri quest'arma? Un giornalista non è semplice spettatore; in ogni cosa egli ha a rappresentar la sua parte, l’ultima, se si vuole, la più inconcludente, quella del seguilo e bandiere, ma infine una parte; per cui nell’istante medesimo che voi gl’invidiate quella sua beatitudine, egli andrà forse entro di sè rodendosi e beccando il cervello, pensando alla relazione che il giorno dopo o due al più dovrà uscirne nel pubblico, e passar quindi sotto mill’ occhi, e mille giudizii (*) Gazzella del s3 maggio 1839. >