345 non si avvede mai di nulla, benché fosse già in obbligo d’ essersi nel corso della giornata alquanto impratichita di queste tramutazioni. Ma ella è così di grossa pasta, che questi uomini-femmine lasciati soli nel suo boudoir, non solo schiamazzano, cantano, gridano, e fanno galloria, ma neppure hanno timore, che quello strepito di venti persone, tutte nella buona follia, csca fuori della stanza, e sia inteso dalla buona padrona di casa. Il bravo maestro per giunta, a edificazione del suo alunno — S' avanza alla ventura — Sotto una volta oscura, e arriva— A vasto ampio cantier ( che non si prendesse mai, per darsena, od arsenale ; questo cantier è una cantina bella e buona, licenza poetica in grazia della rima, e che non dee mettersi in conto del-1’ originale ). Ed in questo cantier, in premio della ospitalità avuta, ruba di buone bottiglie, di cui così all’ oscuro potè ivi distinguere nome, epoca, qualità, e viene con esse non si sa come, nè per dove, per gli spiragli in somma delle porte, a modo delle fantasime, a godere la buona follia col suo nobile e degno discepolo, ed i saggi compagni. Che cosa venisse poi a far quivi il contino co’ suoi seguaci, quando non fosse il bere una buona bottiglia, non sappiamo, e forse non lo seppe neppure il poeta ; non sappiamo nè meno come il paggio subodori la