153 mercato, non senza essermi prima trattenuto un istante a s. Bortolamio a contemplare i venerandi aspetti di Esculapio, di Macaone e Poda-lirio, dipinti dal Canaletto su per l’insegna della spczieria della Madonna, la quale, sia detto per parentesi, stava chiusa tuttora e in sì buona fede, come se il mondo fosse a un tratto caduto in perpetua e universale salute. Nell’Erbe-ria si concentra a quell’ ora tutto il moto, e la vita della città, e quivi appunto i felici abitatori delle campagne, quei beati cultori dei proprii campij senza pensieri, di cui l’Alamanni cogli altri poeti invidiano la cara felicità^ felicemente da lunghe ore già si affacchinavano per provvedere ai bisogni ed al lusso dei men felici abitatori della città, i quali in mezzo alle cure ed alle brighe cittadine dormivano intanto placidamente i lor sonni. Tra corba e corba, e poirei anche dire tra spinta e spinta, portai in giro le spalle per quell’ amena galleria di fiori, di frutta e di verzura, che al solo vederne la vaga disposizione me ne veniva l’acquolina in bocca. E qui cade in acconcio il notare, che in altri luoghi non ho veduto botteghe di erbaiuoli e di venditori di frutta, tenute con tale mondezza, ' sì grande accorgimento a stuzzicare J’apjietito del prossimo. Le frutta son quivi polite a canovacci e a granatini; posate mollemente tra’ fio- 9*