5 Ora in tanta luce d’ingegni, che mi hanno nel diflìeil cammin preceduto c rifulsero per immortali lavori, sperar d’ ottener dal mio libro l’cffetio che nella mia ambizione sognava sarebbe atto di troppo cicca superbia, e meglio era forse non pubblicarlo; ma in ciò mi valga almeno la scusa eh’ io non m’ebbi da me questo pensiero, che vi son tratto dalle lusinghe dell’ altrui facile prevenzione, il che se non aggiugnerà valore alla cosa, certo scemerà il biasimo all’ ardimento del fatto. Or rimane eh’ io ricordi ancora al lettore che queste mie coselline non furono tutte scritte in un tempo, ma anzi a tanta distanza le une dalle altre, che le prime son produzione affatto dell’età più giovanile, i primi incerti passi da me dati in questo nuovo mondo che misi schiuse dinanzi, quando dal quieto studio d’un avvocato, pel più impensato degli accidenti, mi trovai a un tratto trasferito al tempestoso onore della direzion d’un giornale, mentre non pure noi vagheggiava, ma n’ era col pensiero sì lunge, clic più non è l’un polo dall’ altro. E però egli non s’arresti alle prime facce del libro, non voglia giudicarmi su quelle. Ei sa che in ogni