Antonio van Dyck. 403 ladroni.1 Il grande Paziente, il cui capo è reclinato sul petto, ha iìnito di soffrire, il ladrone di destra sta per morire e guarda pieno di fiducia verso il cielo. Al ladrone di sinistra sono proprio in questo momento spezzate le gambe, ed esso si torce di dolore e disperazione. Dalla destra si approssima Longino, per aprire colla sua lancia il costato al Signore. Mentre Maria e Giovanni torcono rabbrividendo lo sguardo, Maria Maddalena, personificazione del più profondo strazio dell’animo, distende involontariamente ambe le braccia, quasi voglia riparare il colpo di lancia. Una fecondità simile a quella del Rubens in fatto di pittura religiosa spiegarono i suoi numerosi scolari, chiamati già in parte dal maestro stesso a collaborare largamente alle sue proprie produzioni. Da questa grossa schiera si elevò a maggiore importanza sopratutto Antonio van Dyck. Artista di tipo essenzialmente diverso dal Rubens, egli mostra una tendenza più dolce, piena di sentimento, idilliaca, qualche volta inclinante addirittura al sentimentale, che si esprime anche nel colore. Più ancora che nel colorito, egli si avvicina ai grandi Italiani contemporanei, quali il Domenichino e il Reni, nella sua concezione del soggetto. L’arte sua, come quella dei suoi maestri, è un dono della restaurazione cattolica.2 Antonio van Dyck prediligeva soggetti religiosi, anche quando dipingeva senza scopo prefìsso, per pura gioia di creare.3 Le sue numerose Madonne hanno più sentimento ed espressione intima di quelle del Rubens. Alla pari del più celebre di questi quadri, il Riposo della Sacra Famiglia nella Fuga in Egitto, che si trova nella galleria di Pietroburgo, anche gli altri finiscono troppo nella pittura di genere, per poter esser considerati come quadri di devozione.4 Il van Dyck tolse alla vita dei Santi molti soggetti. Già a ventilile anni fece un S. Martino, che spartisce il suo mantello fra dei mendicanti, opera da maestro pienamente maturo. Più tardi egli ha rappresentato ripetutamente san Girolamo, santa Maria Maddalena, san Sebastiano e sopratutto san Francesco di Assisi. Alcuni di tali quadri, come il san Sebastiano della Pinacoteca di Monaco, nonostante gli altri loro pregi, lasciano tuttavia a desiderare per quel che riguarda l’approfondimento del soggetto.5 Per la * onfraternita dei celibi in Anversa, diretta dai Gesuiti, il van Dyck 1 II quadro, noto sotto il nome « Le coup de lance », si trova adesso nel museo di Anversa (Rosenberg Nr. 203). Vedi Keppx.ee loc. cit. 299 s.; Rooses 235 s. Cfr. Burckhardt, loc. cit. 106, 146, il quale definisce il quadro «oine un « Golgota unico nel suo genere ». a Vedi W. Rothes, Die Kirchliche Kunst des A. van Dyck, nel Wissensch. Beilage del Germania 1912, Nr. 38; Id., A. van Dyck, Monaco 1919, 16 s. 3 Vedi Knackfuss, A. van Dyck, Bielefeld 1910, 56. 4 Cfr. ivi 16 s., 6 Ivi 58 s.