Il parere di san Francesco di Sales su la questione della grazia. 177 nella bolla 1 nè Domenicani, nè Gesuiti, e neppure il Molina. « Lasciamo perire la memoria di questa contesa, che tutti i buoni desidererebbero non fosse sorta mai ». Il parere del Bovio era nelle mani del papa verso la fine del 1606, contemporaneamente al giudizio degli altri consultori. La decisione finale si protrasse ancora per circa otto mesi, ma nel frattempo la questione non riposò affatto. I cardinali Arigoni e Marzato vennero trattenuti a Roma sino a che la faccenda fosse sbrigata.2 11 papa dava un valore particolare al giudizio del cardinale Du Perron; egli gli fece portare da Castel S. Angelo gli atti del Concilio di Trento, che tuttavia Du Perron, impedito da una malattia, potè utilizzare scarsamente.3 Anastasio Germonio si rivolse a Francesco di Sales, e lo pregò della sua opinione su ciò che si dovesse fare. La breve risposta del vescovo di Ginevra soddisfece talmente il papa, ch’egli lo richiese di un parere più esteso. Francesco di Sales vi si dichiarò nell’insieme d’accordo con i Gesuiti;4 egli aggiunse alla sua esposizione di avere studiato a fondo l’argomento e trovato difficoltà notevoli in ambedue le opinioni. A lui non sembrava ancora venuto il momento di risolvere una questione sulla quale scienziati così valorosi non riuscivano ad ‘■ssere di accordo. Secondo la sua opinione, Domenicani e Gesuiti avrebbero fatto meglio ad unire le loro forze in un lavoro comune a prò della Chiesa, invece che dividersi per dispute fra loro. II dotto e vittorioso campione dell’unità della Chiesa scrisse in simile guisa anche al nunzio di Savoia.5 I suoi consigli non potevano che rafforzare l’impressione fatta, per quel che sembra, sul papa dal così equilibrato parere del Bovio. Paolo V cercò anche di conoscere il parere dell’Università di Parigi; il nunzio francese Maffeo Barberini, il futuro papa Urbano VIII, 1 Ibid. 151. 2 * Avviso del 14 marzo 1607, Biblioteca Vaticana. 3 Du Perron ad Enrico IV, in data 11 luglio 1606, presso Eleutiierius 702 (cfr. 723); Scìineemann 2S6 s.; Scorraille I 455. * Anche nel suo Theotimus (II, c. 10, 12; IV, c. 5) Francesco di Sales sostiene la stessa dottrina. Sciineeman» 325 ss. 5 M. Hamon, Vie de St. François de Sales I, uov. ed. Parigi 1909, 590. Le menzionate lettere sono conosciute solo da sunti, pubblicati da Carlo Augusto de Sales vivente lo zio; gli originali furono ricercati inutilmente. Astràin 1,1 373; Oeuvres de St. François de Sales XIII, Annecy 1904, 417. Verso fine del Seicento pare che le lettere fossero ancora conosciute; vedi Michael a Portilla, Vida del glorioso S. Fr. de Sales, Madrid 1695, 427 s.; Ana-<'Ha iuris pontif. XVII (1877) 388. La risposta di Germanio al Sales si trova Qegli atti di canonizzazione di questo: « Lessi la lettera ch’ella mi scrisse alla ■ antità di X. S., e la gustò di maniera che mi ordinò doverla mostrare al MÇ- cardinale Pinelli come capo della S. Congregazione del S. Ufficio ed in 1 °nseguenza di quella De auxiliis, e di più che le ne dessi copia volendo la far cggere alla Congregazione suddetta... » (ivi 388). t’ASToK, Storia dei Papi, XII. 12