514 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XI. pidamente. Si recarono quindi a Praga ed ottennero colà, che Rodolfo II desse a suo fratello Massimiliano poteri illimitati per condurre così la guerra ungherese come le trattative d’accordo col Bocskay.1 La questione spinosa del regolamento della successione nell’impero era stata trattata solo accessoriamente nel convegno degl arciduchi.2 Fu Paolo Y che si decise, quale padre della cristianità e amico della casa di Asburgo, a rimettere in carreggiata per il suo disbrigo questà faccenda assai urgente, che ormai occupava, la Curia da venti anni. A Roma si riconosceva altrettanto chiaramente quanto a Madrid3 che qui era in gioco un interesso vitale non solo della casa di Asburgo, ma anche dell’antic; Chiesa. Poiché, se Rodolfo moriva, c’era il pericolo di un vicariato imperiale protestante e poi di un imperatore protestante. Il 24 giugno 1605 Paolo Y comunicò all’imperatore, che il nunzio di Praga, Ferreri, aveva l’incarico di trattare con lui circa l’eleziont di un re dei Romani. Contemporaneamente i più importanti consiglieri di Rodolfo vennero pregati dal papa di appoggiare il nunzio con il consiglio e l’azione.4 AI Principe elettore Ernesto di Colonia Paolo Y aveva raccomandato già PII giugno di recarsi a Praga e incalzare su l’imperatore per questa faccenda, nella cui sistemazione si vedeva in Roma l’unico mezzo per il mantenimento della Chiesa in Germania.6 La indecisione e la morbosa suscettibilità dell’imperatore, come pure la sua ripugnanza a regolare la questione della successione, erano allora più grandi che mai. Paolo V, però, proseguì incessantemente a far pressioni. Il 22 agosto 1605 egli scrisse di nuovo all’imperatore e lo ammonì a non procrastinare l’elezione del re dei Romani. Esserci pericolo per i disegni dei protestanti, i quali nulla desideravano tanto, quanto strappare la corona imperiale alla casa d’Austria, il che si preverrebbe colla elezione del re dei Romani. Una lettera di contenuto simile fu inviata il 5 ottobre 1605.6 In senso uguale era redatto il memoriale, che il Ferreri presento 1 Vedi Gindely I 71; Stieve V 764; I. Fischer, Ber Linzer Tag von 1605 (Progr.). Feldkireh 1898. Il Fischer dimostra, che il promotore del convegno di Linz non fu l’arciduca Mattia, ma suo fratello Massimiliano, allora, governatore del Tirolo e dei Paesi vicini (Vorlanden). 2 Vedi Fischer loc. cit. 37. 3 Cfr. la * « Instrucion del Marques de Villena al de Aytona », in data 9 marzo 1606, nella quale si tratta a fondo dei pericoli, che necessariamente si verificherebbero al momento della morte dell’imperatore, se non vi fosse un re dei Romani. Vi si dice: * « E1 negocio de la elecion del Rev de Romanos es oi el mayor; de mas gravidad que pende en el mundo ». Archivio dell’Am-basciata di Spagna in Roma I 28. 4 Vedi Meyer, Èuntiaturberichte 392, 396 s. 6 Vedi ivi 382. « Vedi ivi 472, 582.