Le condizioni religiose dell’America. Colla oppressione dei cristiani nell’impero ottomano facevano il contrasto più stridente a immaginare, le condizioni ecclesiastiche nelle colonie del Nuovo mondo. Nel 1611 Giovanni Botero calcolava il numero dei cattolici di là a 10 milioni.1 La Chiesa nel Messico e nell’America centrale e meridionale era impiantata solidamente ed appoggiata dallo Stato. La sua ricchezza proveniente dalle dotazioni liberali dei patroni ispano-portoghesi,2 che rendeva possibile l’innalzamento di numerose chiese sontuose di stile barocco,3 era »spesso così grande, che già si verificavano abusi. Fra i missionari che facevano vela per il Nuovo mondo ve n’erano anche di quelli attratti da motivi non nobili. In taluni l’aspirazione alle avventure, alla libertà e al guadagno superava lo zelo per la salute delle anime. Nelle file dei Religiosi v’erano non pochi, che nel viaggio interessante per le Indie occidentali si trattenevano per strada senza necessità, o deviavano dal cammino diretto. Paolo Y, pertanto, emanò l’8 luglio 1609 un’ordinanza, la quale prescriveva a tutti i Regolari di seguire la via diretta per il luogo di destinazione assegnato dai loro superiori, pena la scomunica.4 Il 7 dicembre 1610 il papa dovette anche procedere contro quei vescovi nominati per le Indie occidentali dalla Corona spagnuola, i quali rimandavano la loro partenza senza motivo giustificato e frattanto volevano riscuotere in Spagna le proprie rendite.5 Gravi abusi sono presupposti dall’ordinanza del 7 maggio 1607, la quale proibiva agli ecclesiastici dell’india occidentale qualsiasi commercio.6 Fu salutare anche la determinazione presa da Paolo V di sciogliere in America tutti i chiostri che non potessero mantenere almeno otto religiosi.7 All’interesse di una organizzazione migliore della cura d’anime servirono le ordinanze riguardanti i preti secolari al Messico,8 e i molteplici cambiamenti introdotti da Paolo Y nell’ordinamento della gerarchia d’America. Egli istituì vescovadi a Truxillo, Are- 6190 pp. 132-167 della Biblioteca nazionale in Vienna. Cfr. Ranke, Die serbische Revolution, Amburgo 1829, 233 s. 1 Vedi Gioda, Botero III 324. 2 Cfr. A. de Herrera, Descripcion eie las Indias ocidentales, Madrid 1601, 80 ss. 3 Cfr. oltre Garelentz, Die mexikanischen Barocklcirchen, nella Zeitschr. /• bildende Kunst LX (1926-27) 112 s., specialmente Cuevas, Hist. de la Iglesia m Mc'xico III 36 s. 4 Vedi Bull. XI 571 s. 5 Vedi ivi 657 s. 6 Vedi P. Frasso, De regio palronatu Indiarum II, Mattiti 1775, 331 s.; C. Morel, Fasti novi Orbis et ordinai, apost., Venet.iis 1776, 349 s.; Bull. XI ^05 s., 500 s. Cfr. anche Laemmer, Melet. 330 s. 7 Vedi C. Morel loe. cit. 355. 8 Bull. XII 294 s., 312 ss.