96 Paolo V. 1605-1621. Capitolo IV. cistoro l’editto già stampato fu pubblicato nelle forme legali.1 La partenza dell’ambasciatore veneziano da Roma, del nunzio da Venezia suggellò la rottura fra la Curia e la Signoria.2 La Repubblica aveva già preso da lungo tempo le sue misure per la lotta che ora incominciava. Ancora prima della consegna del primo breve papale essa si era rivolta, mediante i suoi rappresentanti, all’imperatore, ai re di Francia e di Spagna, a Firenze e a Milano. La Signoria si riteneva sicura di ottenere l’approvazione dei principi, tornando sempre a presentare la sua causa come un affare comune di tutti i potentati laici.3 Poiché, tuttavia, la scomunica poteva portare facilmente, nelle circostanze d’allora, a un intervento armato di potenze confinanti, vennero chiamati a Venezia i generali e i colonnelli, il che tuttavia, secondo Palme-giani, non era da prendere troppo sul serio.4 Ma la misura più importante della Repubblica fu la preparazione di una vasta guerra 1 Cfr. De Magistris 32-36, il voto del card. Valiero ivi 37; Cornet 54, 63; Nürnberger, in Hist. Jahrb. IV (1883) 201; Laemmer, Méletemata 242; Pitra, Anal, noviss. I (1885) 621 s. Il Breve dell’interdetto è riprodotto in Lünig II 2013. Il Voto del Baronio (v. Laemmer, loc. cit. 363 s.) dette occasione ad una polemica: attacco di Giovanni Marsilio, difesa dell’Agostiniano Felice Milensio, Magonza 1607, e di Gerardo Lorpersio, Roma, 1607; cfr. Calenzio 982. * Voto del cardinal di Verona nel Vat. 8638, p. 369, B i-blioteca Vaticana; Biblioteca Corsini in Roma 722 f. 18. Le relazioni degli inviati veneziani a Roma, Contarmi (1609) e Renier Zeno (1623) sembrano affermare che Paolo V non abbia consultato preventivamente i cardinali circa la pronuncia dell’interdetto (Barozzi-Berchet I 88, 157). Paolo V, in ogni modo, già il 29 marzo diceva, che i cardinali lo spingevano a procedere (Cornet 39). Secondo una lettera del cardinal Delfino del 27 maggio 1606 il papa si lagnava « de’ cardinali furibondi nell’attizarlo contro i Veneti » (ivi 323). Cfr. anche Bern. Giusti Avvocato della Corte Romana, Difesa della libertà ecclesiastica. Contra alcuni detractori di Venetia. « Roma 1606, pag. 5: « S. S., se bene liaveva prima inteso il parere di molti illustri cardinali, il dì 17 aprile, proposto il caso nel concistorio (con tutto che F. Paolo con poco rispetto dica il contrario), fu dalla viva voce de i cardinali risoluto ». Così pure il Bovio (86). Il Sarpi dice per verità (Considerazioni sopra le censure: (Opere varie) I 210): « ed è venuta S. S. a così fatta risoluzione con darne solo notizia'a cardinali, e senza ricercar il parer loro »; ma ciò deve riferirsi ai Brevi del 10 dicembre 1605. Cfr. Storia particolare nelle Opere varie 8 Cornet 65 s., 71, 74 s.; De Magistris 42 s., 44 s. * Precetto al Mattei di partire trasmesso da Borghese in data 3 maggio 1606, Borghese I 908 f. 106 (110), Archivio Segreto pontificio. 3 Cornet 15. « Potendosi riputar commune con tutti principi (ivi). « Queste novità grandemente pregiudiciali non solo al nostro, ma al utile e buon governo di tutti i principi laici » (ivi 38; cfr. 69). Sopra le premure di Venezia presso Rodolfo II, vedi De Magistris loc. cit., e Meyer, Nuntiaturberichte 620, 642. 4 * « Hanno chiamati i generali dell’armi a Venetia et molti colonnelli », ma si trattava più di « ostentatione ch’altro». Palmegiani a Borghese l’il marzo 1606, Nuntiat. di Venezia 17 p. 238, Archivio segreto pontificio.