330 Paolo V. 1605-1621. Capitolo Vili. Anche questa volta l’opposizione ai decreti di riforma tridentini venne dai capitoli cattedrali e particolarmente dai Parlamenti. Di contro ad essa Barberini spiegò tutta la sua arte diplomatica. Sopratutto egli cercò di influire sul re stesso per mezzo del gesuita P. Coton. Il nunzio tuttavia, pienamente conscio delle difficoltà dell’impresa, riteneva che per il momento bastasse tener viva innanzi tutto la questione della pubblicazione del Concilio. Ma Paolo Y desiderava una decisione rapida, e altrettanto faceva l’assemblea del clero. Pure, gli ostacoli che vi si opponevano mostra-ronsi troppo grandi. Enrico IV protestava la sua buona volontà, ma che per adesso non si poteva far nulla.1 Barberini formò allora il piano di erigere in Parigi stessa una congregazione del Concilio, a cui avrebbero dovuto appartenere i cardinali Joyeuse e Du Perron e alcuni dei vescovi più eminenti.2 Non gli fu consentito di attuare questo progetto originale, perchè in seguito alla sua nomina a cardinale avvenuta l’il settembre 1606 egli dovette lasciare la Francia per occupare il suo posto nel Sacro Collegio. Paolo V destinò a successore del Barberini il suo Maestro di camera Boberto Ubaldini, noto come schietto amico della Francia.3 Questo Fiorentino pieno d’ingegno ed energico doveva tenere la nunziatura francese per nove anni. L’hòtel Cluny, in cui dal 1601 abitava il rappresentante del pontefice, divenne sotto l’Ubaldini il centro della Francia cattolica; egli intrattenne di là vive relazioni con tutte le personalità schiettamente cattoliche e rese così alla Santa Sede i servizi più importanti.4 Il suo influsso sulla Begina- tori liaeretico (civitat. nostram Àvinionem et oomit. Venaysinum laedere possi t) ». Archivio segreto pontificio. 1 Vedi Martin, Gallicanisme 335 ss. Cfr. Serbat, Assemblee# 317. 2 Cfr. Martin loc. cit. 333 s., 342, che dà gran rilievo al merito del Barberini di aver preso l’iniziativa nell’importante faccenda. 3 Cfr. Du Perron, Ambassades 305. Secondochè * annunciava in data 13 giugno 1607 da Roma l’inviato mantovano era già stabilita allora la nomina dell’Ubaldini (Archivio Gonzaga in Mantova). Paolo V si separò malvolentieri dal suo Maestro di Camera. Per l’asserzione del Cakdella (\ I 177), che i nepoti procurassero l’allontanamento dell’Ubaldini per gelosia, manca 'una fonte. Sappiamo al contrario autenticamente, che l’Ubaldini fu scelto al posto di Giuseppe Ferrier chiesto da Enrico IV, perchè era dopo lui il candidato più gradito al re; vedi Martin, Gallicanisme 352, n. 1. I * Brevi ad Enrico IV ed all’Ammiraglio di Francia riguardo alla nomina dell’Ubaldini sono datati 20 settembre 1607, Epist. Ili 168, 187, Archivio segreto pontificio. 4 Le non meno interessanti che importanti * relazioni dell’Ubaldini del tempo della sua nunziatura (le più al card. Borghese, ma anche ad altri nunzi ed a principi) si trovano originali nell’ Archivio segreto pontificio, Borghese II 251 e Francia 53, 54, 55, in copia anche in Bolognettì 149-153. Quanto tali relazioni fossero apprezzate già dai contemporanei, è mostrato dalle numerose altre copie. Se ne trovano a Roma nella Biblioteca Altieri in sei volumi, nei fondi Barb. 5873-5879, 5898-5903, Chigi M. 1