558 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XI. Paolo V, che non voleva urtare, nè l’imperatore, nè la Lega,1 aveva sempre visto assai malvolentieri l’esclusione dell’Austria dalla lega cattolica, e già nella primavera del 1609 aveva fatto passi, su preghiera dell’inviato spaguuolo, per l’ammissione degli Asburgo. 2 Egli aveva cercato invano di appianare le discordie tra Massimiliano e l’Elettore di Magonza Schweikart.3 Quanto il papa deplorasse questo contrasto pericoloso, si vide al principio del 1613, nelle trattative col Principe Vescovo di Bamberga, Johann Gottfried von Aschhausen, venuto a Roma come inviato imperiale per l’obbedienza. Questi ottenne, nonostante gl’intrighi da parte austriaca, che Paolo V desse a sperare la continuazione del sussidio già prima concesso, e precisamente per tre anni.4 Ma i sospetti diffusi dalla stessa parte, che accusavano Massimiliano di mirare ad altro che alla difesa della religione e dell’autorità imperiale, proseguirono ad agire con la stessa forza di prima sul papa e sui cardinali. Nell’ottobre 1613 Paolo Y, prima ancora di aver avuto notizia della trasformazione della Lega, nell’ultima Dieta di questa, dichiarò al conte di Collalto, inviato dall’imperatore a Roma, di esser pronto a cooperare, perchè i Leghisti cattolici si ponessero sotto l’obbedienza dell’imperatore e il sussidio promesso loro fosse adoperato per la guerra turca.® Da parte di Roma, pertanto il Klesl nulla aveva da temere nella questione della Lega, salvo che colà non si approvava l’ammissibilità, dichiarata all’ultima assemblea leghista, dei protestanti nell’alleanza. In seguito gli riuscì di rappacificare totalmente il papa. Egli cercò ora, persistendo nella sua politica di conciliazione nonostante l’insuccesso alla dieta di Ratisbona, di far propaganda per essa a Roma. La lettera diretta da lui il 1° settembre 1614 al cardinale Borghese dimostra, con quale abilità egli procedesse. Se io fossi a. Roma, egli scriveva, e potessi descrivere lo stato delle cose in Germania, S. Santità e il Collegio dei cardinali sarebbero meglio informati in proposito. I nunzi qualche volta s’ingannano, perchè non possono penetrare tanto nei segreti di Stato; del resto egli era pronto ad obbedire in tutto ai voleri di S. Santità, come già l’aveva detto ripetutamente.® 1 Vedi la relazione di I. G. von Aschhausen in Chroust XI 51. 2 Vedi la * relazione del marchese di Aytona a Filippo III, in data Roma 1609 aprile 26, originale nell’A rchivio di Simanca 990-20. 3 Vedi Chroust X, Nr. 11; Burger, Ligapolitik 71; Setterl, Die Ligapolitik des Bamberger Fürstbischofs I. 6. von Aschhausen, Bamberga 1915, 72, 136. 4 Salle trattative dell’Aschhausen con Paolo V nel gennaio e febbraio 1613 Vedi Setterl loc. cit. 72 s., 78. 5 Vedi Chroust XI 811, 989. 6 Vedi Iverschbaumer 216.