l7 i poeti del pudore, che arrossa ad un guardo ed abbassa gli occhi, certo vorreste condannare le belle ad andar sempre attorno cogli occhi serrati. Ma l’occhialino è il gran disimpegno. Veramente: quando i secoli canuti nelle loro grandi rivoluzioni hanno seco rapito il popolo infinito dei guardinfanti, dei tuppè, dei nei e d’altre simili gentilezze, quando gli uomini non ebbero più al iìancQ la spada per vezzo d’ appoggiarvi le mani e le portavano penzoloni, siccome è de’babbuini, convenne loro trovare un quid, simile da surrogare alla spada. Essi pensarono o piuttosto non pensarono, cd eccoti 1’ occhialetto. Rousseau, dice nelle sue Confessioni, che s’egli avesse un’altra volta a nascere, per torsi quel fastidio di parlare quand’ ei non ne avesse l’umore, specialmente trovandosi da solo a solo con persone con cui non fosse stretto da alcun legame, vorrebbe portar sempre nelle sue tasche un bilboquet (’), per aver qualche cosa a fare in simili occasioni, piuttosto che perdere il tempo parlando sul (*) Quel piccolo arnese da giocare lungo una spanna, d’ avorio o di corno, con una estremità acuminata e dall’altra un bacinetto, al quale s’attacca con una funicella una palla forata, pur d’ avorio o di corno, che gittandola in aria, per quanto il consente la funicella, si dee prendere nel bacinetto, o infilar nella punta.