Malattia e morte di Leone XI (27 aprile 1605); suo monumento. 21 corso per quanto era nelle sue forze, benché la Camera Apostolica fosse aggravata di debiti.1 Ciò venne deliberato in una congregazione dei cardinali per gli affari ungheresi, il 13 aprile 1605, nella quale occasione il nuovo papa espresse le sue intenzioni riguardo al governo della Chiesa, in un modo da suscitare in tutti le più belle speranze.2 Generosissimo fu il soccorso 3 mandato all’imperatore, così duramente gravato. Conforme alla capitolazione elettorale, Leone XI senza indugio convocò una congregazione cardinalizia per la riforma del Conclave. Doveva venir abolita la forma in uso di eleggere il papa mediante l’adorazione pubblica, e sostituita invece dalla votazione segreta. Du Perron osservò, che i nemici di Aldobrandini si dichiarerebbero d’accordo, poiché in questo modo questi perderebbe la sua padronanza sui cardinali di Clemente Vili, e che più contenti ancora ne sarebbero gli Spa-gnuoli, perchè allora ognuno avrebbe potuto dar liberamente il suo voto, senza la pressione della tirannia.4 Del resto Leone XI non dimostrava affatto un’illecita condiscendenza verso la Francia, come avevano temuto gli Spagnuoli. Allorquando Joyeuse gli chiese un favore in nome di Enrico IV, respinse recisamente la preghiera, dicendo che era suo dovere regnare in modo giusto e retto e non esser compiacente con nessuno.5 Leone XI si guadagnò i Romani coll’abolizione di alcune tasse opprimenti. Il 10 aprile, domenica di Pasqua, nella quale ebbe luogo l’incoronazione del nuovo Capo della Chiesa, fu una doppia festa per la città.6 È significativo per la severità del papa verso i suoi congiunti, che nessuno di loro dovette esser presente alla presa di possesso del Laterano.7 In occasione di questa solennità che ebbe luogo il 17 aprile,8 il vegliardo settantenne si prese un’infreddatura che fu causa 1 Vedi la Lettera del Cardinal Madruzzo a Rodolfo II del 2 aprile 1605 presso Meyer, Nuntiaturberichte 332. 2 Vedi ibid. 337 s. 3 Vedi ibid. 652. 4 Du Perron, Ambassades 308. Cfr. Wahrmund nell'Archiv /. kath. Kirchenrecht LXXII 204 ss., ove viene comunicato (p. 219 s.) il testo del capitolato d’elezione. 6 Vedi Thuanus I 134; Philippson, Heinrich IV, voi. I 353. I timori intorno ad una politica antispagnuola di Leone XI, espressi dal duca d’Esca-lona con aspri termini, erano solo giustificati in quantoche il papa non si volle fare uno strumento dei piani spagnuoli. Anche Gindely, il quale dapprima (I 110 s.) sembra inclinato a ritenere i timori del duca per giustificati, aggiunge pur tuttavia alla fine: « Non gli fu però concesso, (se questa fosse giammai stata la sua intenzione), di dare un efficace effetto alla sua politica antispagnuola ». 6 Vedi Mucanzio presso Gatticus 402. Una * Poesia sull’incoronazione nella Cl. VII, n. 425 della Biblioteca Nazionale in Firenze. 7 Vedi Couzard 370. 8 Vedi Mucanzio presso Gatticus 402 s.