Tentativi per riavere vescovi in Inghilterra. 473 Boemi avevano deposto il loro re leggittimo, e i cattolici furono trattati come rei di alto tradimento, perchè non volevano giurare l’inamovibilità dei sovrani. Lo scorno, col quale la storia universale torna sempre a costringere la persona insincera a giudicarsi per la sua stessa bocca, non appare mai, anche sotto Giacomo il Doppio, con altrettanta tagliente severità come in questo caso. Quando le speranze riposte nel Principe elettore rovinarono improvvisamente colla battaglia alla Montagna Bianca, allora propriamente lo sdegno e l’esasperazione dei protestanti inglesi gettarono fiamme. Ma la morte risparmiò a Paolo Y di assistere all’ulteriore sviluppo di queste cose. Per quanto la condizione dei cattolici sotto Giacomo I potesse apparire pericolante e talvolta addirittura disperata, tuttavia essi non perdettero di vista il lavoro per il proprio assetto interno cominciato sotto Clemente YIII.1 I tentativi di ottenere per l’Inghilterra un vescovo proprio furono rinnovati anche sotto Paolo V;2 poco prima della sua morte, l’arciprete Harrison sotto il pretesto di ottenere da Roma una dispensa per il matrimonio 1 Cfr. la presente opera voi. XI 325 s. 2 Così nel 1610 (Foley VII 2, 1005, 1018, 1022) e nel 1612 (Laemmeb, Melet. 319 s.). Maffeo Barberini, nunzio in Francia dal 1604, patrocinò la nomina di vescovi per l’Inghilterra: * « Il Generale dei Giesuiti in quell’acerbità di tempi non havendo persona alcuna in Inghilterra, che potesse confortare i suoi religiosi, si raccomandava frequentemente al patrocinio di Maffeo, il quale ricevendo gli avvisi e le lettere, che loro scriveva il medesimo Generale, le faceva poi penetrare in quel regno per mezzo di Gio. Svitto Cattolico e suo corrispondente. Pensò ancora il Nuntio ad un altro ripiego, che fosse atto a porgere aiuto e reggere e consolare quegli afflitti Cattolici e questo sarebbe stato >1 creare alcuni vescovi in quel regno; onde ne scrisse sensatamente al Papa, con rappresentarli però che dovendosi far questa elettione, si scegliessero soggetti, in cui non potesse cader sospetto, che fossero per ingerirsi in cose di stato e che non fossero nè del partito de’ Gesuiti nè degli appellanti, che erano le due fattioni contrarie poco prima insorte fra i Cattolici di quel regno » (* Nico-letti, Vita di Urbano Vili, Barò. 4730 f. 238 s. Biblioteca Vaticana). lTna * lettera dei Benedettini inglesi di Douai in data 18 agosto 1607 al Cardinal Givry indica come motivo per il desiderio di avere vescovi le contese nel clero: « Cum clerus Anglicanus divisus fuerit per multos annos periculosissima simuliate sic ut una pars patribus Jesuitis omnia deferat, altera pars pertinacissime repugnet », perciò devono essere scelti a vescovi uomini imparziali. Conosco come nomi di candidati: il presidente del seminario di Douai, T. Wor-thington, il decano di Courtrai, Wright, il prete T. Fitzherbert, il laico Giorgio Falbot. L’ultimo « omnino ab illis clericis reicitur, qui ad sedem Eomanam contra Jesuitas appellarunt ». I tre primi sono tutti pei Gesuiti. (Biblioteca civica di Metz Ms. 219 p. 157). Nella stessa lettera vi sono altri lamenti contro i Gesuiti. « Haeremus adhuc in eisdem salebris, quoniam per quorundam Patruin Jesuitarum consilia nondum obtinuimus facultatem monasterium erigendi, quae sola facultas nobis deest et si adesset a principe, habemus reli-<}ua omnia parata » (ivi p. 156).