Mitezza dell’inquisizione in Italia. 225 sono giustificati.1 I tribunali dell’inquisizione dei vari Stati italiani, che nel 1613 e 1614 furono obbligati ad un resoconto annuale,2 ebbero del resto, sopratutto da quando fallì il tentativo di render Venezia calvinistica,3 sempre meno ad occuparsi di eretici propriamente detti.4 L’Inquisizione divenne così sempre più una specie di polizia, che procedeva contro libri acattolici e libelli ostili alla Chiesa. Anche qui il suo procedimento fu spesso assai mite.5 Paolo V mantenne in ogni modo i diritti dell’inquisizione.6 Egli respinse nel 1606 come una usurpazione intollerabile un tentativo della Repubblica di Lucca di erigere indipendentemente un tribunale dell’inquisizione, e dichiarò nulle le ordinanze emesse a Lucca sui libri proibiti e la repressione dell’eresia.7 Di contro, a Firenze egli insistè nel 1808, perchè un uomo così ragguardevole come l’Alidosi, sebbene fosse stato scelto a inviato presso l’imperatore, fosse arrestato, perchè era accusato di opinioni eretiche. Si sizione d’Italia; ved. Carena, Tractatus de officio 8. Inquisitionis, (Cremonae 1641, 246 s.). La data (1620) risulta anche da Fumi, loc. cit. 119. 1 A. Battisti-',lla (Notizie sparse del 8. Officio in Lombardia durante i secoli xvi e xvn, neWAreh. stor. Lomb. 3a serie XVII [1902] 121 s.) scrive, dopo aver citato un caso: « Valga quest’esempio a persuaderci quanto poco fondamento abbiano, in generale, i biasimi e le invettive di cui si suole involgere l’opera del S. Officio (mi restringo di parlare della sola Italia), raffigurandola viziata, ab origine, di crudeltà, di parzialità, di fanatismo cieco e stupido. Certo, i concetti da cui esso moveva sono molto diversi da quelli dei tempi m cui noi viviamo; certo, sono da biasimare gli eccessi derivati dal sospetto elevato morbosamente a sistema regolatore del pensiero e dell’azione; ma io non esito a dire che raramente allora si sarebbe potuto trovare nei tribunali laici un maggior zelo di giustizia, una maggiore onestà di convinzioni, una più scrupolosa diligenza di procedimento ». 2 Vedi Battistella, 8. Officio, Bologna 1905, 65. 3 Cfr. sopra p. 145 ss. 4 Si trattava per lo più di stranieri. Così il 4 novembre 1618 venne giustiziato a Bologna un tedesco della diocesi di Miinster; ved. ( M. Gualandi). Un Auto-da-fè in Bologna. Docum. orig., Bologna 1860. Cfr. Rule II 223 s. e Battistella loc. cit. 107 s. Erano Ugonotti gli eretici in Avignone, a cagion dei quali Paolo V, secondo la * relazione del Recordati in data 27 ottobre 1612 (Archivio Gonzaga in Mantova) spedì colà un corriere apposito. 6 Così un Fra Evangelista da Bologna, dei Minori Osservanti, che aveva composto sonetti anticlericali, fu condannato in Rimini dall’Inquisitore solo al digiuno in pane ed acqua e ad orazioni in certe feste; ved. Riv. stor. 1900, 490. 6 Vedi la « Revocatio facult. superioribus quorumcunque ordin. regul. concessar, cognoscendi causas suor, subditor. ad officium s. Inquisit. pertinente« » del 1° settembre 1606 nel Bull. XI 346 s. Sulla Bolla del 1615 (ivi Xìl 309) cfr. Hinschius V 682. Un * Breve di Paolo V con indulgenze per 1 “Crucesignati Inquisitionis», del 29 luglio 1611, negli Editti V 31, p. 73, Archivio segreto pontificio. Decreti dell’inquisizione del tempo di Paolo V in Analecta iuris pontif. XXVI (1886) 676 s. Una * Synopsis decret. ■ • Congreg. Inquisit. Romanae, cominciante col 1617, nel Cod. 980 della B i -xiloteca universitaria in Bologna. 7 Vedi Bull. XI 369 s., 376 s. Cfr. Reusch I 194. Pastor, Storia dei Papi, XII. 15