72 Paolo V. 1605-1621. Capitolo III. Per quanto anche Paolo Y desiderasse che al suo popolo fossero forniti possibilmente pani grossi, ciò non si potè ottenere. I pareri della Congregazione erano divisi. Il Serra che al 17 agosto 1611 era divenuto cardinale, e il suo successore nella prefettura dell’annona, il Rucellai, furono dalla parte del papa, ma il commissario della Camera e Giovanni Battista Costaguti dichiararono assolutamente necessaria una diminuzione di peso. Essi fecero presente che la qualità importava più della quantità. All’ultimo anche Paolo Y si piegò a questo parere. Nel 1613 egli affidò l’ordinamento della faccenda al fido Costaguti. Non ebbe a pentirsene e si vide presto liberato da grosse preoccupazioni.1 Quando il raccolto era cattivo, come nel 1617, soccorrevano i magazzini, finché giungessero dalla Sicilia nuove provviste.2 Mercè delle grandi somme spese da Paolo V per l’approwigiona-mento di Roma,3 quivi non si ebbe mai mancanza di viveri durante tutto il suo lungo pontificato. Nè la popolazione fu oppressa da prezzi troppo alti, come nella maggior parte degli Stati confinanti.4 Per assicurare in futuro l’importazione di granaglie a Roma per via di mare, il papa ordinò nell’aprile 1613 ampi lavori diretti a facilitare la navigazione nel Tevere. Era stato osservato che i venti di sud e di sud-ovest erano di grande ostacolo all’entrata delle navi nella foce del fiume. Per eliminar questo, Paolo V fece riattivare, proseguendo i lavori di Gregorio XIII, lo sbocco destro del Tevere.5 A promuovere l’importazione di granaglie e il commercio giovò anche la riparazione ordinata dal papa delle strade principali conducenti a Roma. La cura della rete stradale verso la Marche fu affidata nel 1608 al cardinale Pierbenedetti, quella 1 Vedi gli * appunti di G. B. Costaguti, Archivio Costaguti in Roma; cfr. Appendice nn. 22-25. 2 Cfr. i * dati del Costaguti loc. cit. * Brevi al viceré di Sicilia, il duca di Ossona, per rimediare alla mancanza di granaglie in Roma con granaglie di Sicilia, del 28 marzo 1615, in Epist. XV; ivi un simile * Breve del 24 marzo 1618, A re h i v i o segreto pontificio. 3 Secondo gli * appunti di G. B. Costaguti (loc. cit.) esse importarono 200.000 scudi. Il dato di Bzovius ( Vita Pauli V c. 41): « I)CCCm nummum aureorum », che sembrerebbe una esagerazione, dovrebbe tuttavia essere giusto, perchè il * regesto delle uscite (Vedi Appendice n. 21 a) dà 744.054. 4 Vedi i * dati del Costaguti loc. cit. 5 Cfr. Bzovitjs loc. cit. Vedi inoltre Orbaan, Documenti 99 s., 139 s.; « Bando et ordine per la conservatione del nuovo alveo et palificata di Fiumicino a Porto », in data 1611 settembre 17, negli Editti V, 51 p. 186 s.; ivi 188 s. « Pauli P. V. Constitutio super novi alvei et palif. Fiumicino, ac thesaurarii gener. in perpetuum operis protectorem et conservatorem deputatione cum instructione ». in data. 1614 marzo 20; p. 197 s. : « Editto per l’aggiunta della nova palificata da farsi a Fiumicino », in data 1616 marzo 29. Archivio segreto pontificio. Cfr. anche Fea, Considerazioni, Roma 1827, 31, 161 s.; Benigni, Cetreidepolitik, 49.