L’Elettore Palatino a capo dei Protestanti. 525 del Consiglio dei principi, cui si unirono adesso anche gli Elettori ecclesiastici, decisero che alla conferma della pace religiosa dovesse essere apposta la clausola: quanto l’una o l’altra parte si fosse appropriato di proprio arbitrio, contrariamente a questo trattato, deve essere restituito. La minaccia qui implicita fallì al suo scopo; data, pertanto, la condizione di necessità dell’imperatore, l’arciduca propose ili 6 marzo 1608 un compromesso. Questo consisteva nel rinnovare puramente e semplicemente la pace religiosa senza l’aggiunta menzionata, ma col patto che dall’omissione non derivasse un pregiudizio a nessuno. Ma neppure questa arrendevolezza verso la volontà della minoranza protestante soddisfece ancora quelli del Palatinato elettorale. Essi richiesero la soppressione espressa della riserva aggiunta, cosicché ai cattolici ne sarebbe venuto un pregiudizio grave.1 La Sassonia elettorale, temendo che la Dieta imperiale si sfasciasse completamente, rifiutò di spingere in questa guisa l’opposizione all’estremo. L’insurrezione, però, dell’arciduca Mattia contro l’imperatore incoraggiò il partito palatino a dissolvere col proprio ritiro la Dieta alla fine di aprile. Fiaccato così l’ultimo organo vitale nella costituzione dell’impero,2 si effettuò il piano di una lega separata protestante, che il re di Francia Enrico IV aveva proposta già dieci anni addietro e propugnata con ardore. Il 15 e 16 maggio 1608, in Ahausen, villaggio dell’Ansbach, fu conclusa fra il Palatinato elettorale, il Württemberg, il Palatinato di Neuburg, Baden-Durlach, Bran-denburg-Ansbach e Kulmbach una Unione, apparentemente solo per la difesa della fede « evangelica », in realtà, però, allo scopo di difendere colle armi tutto quanto era stato occupato illegalmente dalla pace religiosa di Augusta in poi, nonché ulteriori esigenze dei protestanti.3 Quanto gli Stati protestanti dell’impero intraprendevano contro la costituzione imperiale, veniva tentato su scala più piccola dagli Stati dei Paesi ereditari austriaci, i quali sotto il pretesto del nuovo Evangelo lavoravano ad erigere repubbliche nobiliari oligarchiche. Dopoché in Germania alcune dozzine di principi e di conti avevano, in nome della « libertà evangelica », esteso nei territori ad essi soggetti la propria signoria illimitatamente sulle coscienze dei sudditi, e per giunta avevano fatto un bel bottino di beni ecclesiastici, v’erano in Austria, Ungheria e Boemia un paio di centinaia di capi di stirpe nobile, che volevano imitare l’esempio allettante. Per verità, risonava dappertutto la richiesta 1 Vedi Ritter, Briefen. Akten II 227 s. Cfr. Hist. Zeit sehr. LXXYI 75 s. 2 Cfr. DÖberi,, Gesch. Bayerns Is (1916) 535. 3 Vedi Janssen-Pastok V 336 ss. Cfr. Klopp, Dreissigjähr. Krieg I 49 s.; Gindei/t, Budolf II vol. I 140.