Enrico IV e la contesa per la successione dello Jiilich-Clèves. 295 Dato questo stato di cose, non sembrava rimanere più che la sola via seguita già da lungo tempo dall’Ubaldini, e cioè di risolvere pacificamente la questione dello Jülich mediante un matrimonio franco-spagnuolo. Una nuova proposta fatta dall’instancabile nunzio a metà novembre consisteva nella compera da parte del re di Francia, d’accordo colla Spagna e l’imperatore, di una parte dell’eredità dello Jülich confinante con i Paesi Bassi spa-gnuoli, e nella trasmissione di essa come dote alla figlia Cristina destinata a moglie di D. Carlos. Questo piano trovò un’accoglienza così favorevole non solo a Parigi, ma anche a Madrid, che tutto lasciava prevedere una soluzione della contesa per questa via, sotto la mediazione del papa.1 Ma prima ancora che Paolo V potesse far qualche cosa, intervenne una nuova complicazione. Una passione colpevole del re francese, ormai vicino ai sessanta, per la moglie quindicenne del principe di Condé, minacciò « di far rotolare la palla della guerra ». Per sottrarre la principessa alle insidie incessanti di Enrico, il Condé la portò il 29 novembre 1609 a Bruxelles.2 L’affare assunse ora una grande importanza politica, perchè Enrico temette che il suo nepote Condé si facesse capo di tutti gli elementi scontenti in Francia, e venisse sfruttato dalla Spagna contro di lui: egli era infatti il più vicino erede al trono dopo i figli del matrimonio con Maria de’ Medici, la cui legittimità era contestata da molti. Al furore amoroso, accresciuto da lettere tenere della leggera e vana principessa (della quale il luogotenente arciduca Alberto ricusava la consegna), si aggiunse ora anche l’interesse politico e dinastico per infiammare l’umore bellicoso del re. Il principe Cristiano di Anhalt, vero fondatore della lega separatista protestante l’«Unione» (Sonderbund) e il nemico più deciso degli Asburgo, venendo in dicembre a Parigi come inviato palatino, trovò Enrico proclive a trasformare la piccola guerra dello Jülich in una grande lotta contro la potenza della casa di Asburgo. Il 22 gennaio 1610 il re espose all’inviato olandese i suoi piani, secondo i quali la Spagna avrebbe dovuto essere attaccata improvvisamente in tre punti diversi. In questo senso Enrico condusse trattative anche con i principi protestanti tedeschi e coll’ambizioso duca di Savoia, le quali trattative però, a causa della diffidenza reciproca, assunsero andamento difficile e non portarono a nessun risultato completamente soddisfacente. L’alleanza conclusa finalmente nell’aprile 1610 col fine Duca di Savoia era « non perfezionata ancora del tutto nelle sue disposizioni e bi- 1 Vedi Briefe und Akten II 482 s.; Piiilippson III 394 s. Cfr. sopra i piani di matrimonio l’esposizione esauriente di Hilterbrandt loc. cit. XV 337-345, ove son rettificati i dati del Ritter. 2 Cfr. D’Attmale, Rist, des princes de Condé II, Parigi 1864; Henrard, Henri IV et la princesse de Condé, Bruxelles 1885.