354 Paolo V. 1605-1621. Capitolo Vili. e non miravano affatto ad uno scisma o ad una apostasia dalla dottrina della Chiesa.1 Casi di apostasia erano nella Francia d’allora assai rari.2 La gran massa del popolo, sopratutto i contadini, intendevano rimaner fedeli all’antica Chiesa.3 La stragrande maggioranza della nazione francese rimaneva attaccata alla religione cattolica. L’ambasciatore veneziano Angelo Badoer dice nella sua relazione del 1605 che per cento cattolici vi è un calvinista, e dal ristabilimento della tranquillità il rapporto si sposta costante-mente a favore dei cattolici.4 Esso avrebbe preso un andamento anche migliore, se durante le guerre civili l’istruzione del popolo, mediante la predicazione e il catechismo, non fosse stata in molti casi assai trascurata. Ma a poco a poco un miglioramento notevole s’introdusse anche per questo rispetto. Giovanni Battista Bomillion (m. 1622) e Cesare de Bus (m. 1607) avevano istituito, per una istruzione religiosa profonda delle classi inferiori, la Congregazione dei chierici secolari della Dottrina cristiana. Tra il 1599 e il 1600 anche l’Ordine insegnante femminile delle Orsoline aveva posto radice in Francia.5 I Gesuiti spiegavano un’attività larga e profonda per l’educazione dei fanciulli della nobiltà e della borghesia come per i bisogni religiosi delle classi superiori. La guerra condotta dal parlamento parigino contro l’Ordine servì unicamente al consolidamento della sua posizione. La Chiesa francese dovette questo sopratutto ad un uomo, lo stesso che aveva persuaso Enrico IY al richiamo dei Gesuiti in Francia: Pietro Coton.6 Questo nobile giovane, di una famiglia realista, era entrato nella Compagnia di Gesù nel 1583 ad Arona, nonostante la resistenza di suo padre, aveva quindi studiato a Mi- 1 Cfr. ibid. 95. 2 II napoletano Giulio Cesare Vanini fu nel febbraio 1619 condannato a morte per eresia dal parlamento di Tolosa. Il poeta naturalista Teofilo de Viau, incarcerato dal parlamento di Parigi, sfuggì alla stessa sorte soltanto per intromissione di amici potenti; vedi Mareéjol VI 2, 204; Prat IV 470 s. De Meato, Réforme II 40 s. Sul Vanini cfr. Tibabosceci Vili 135 s.; Reu-mont, Bibliografia 78; K. Fischer, Descartes 13 106 s.; Ciiriestiek nella Ungi. Ilist. Revievi X, fase, di aprile; Paeumbo nella Riv. sfor. Salentina \ I Lecce 1909, 9 s. 3 Vedi Mariéjol loc. cit. 4 Vedi li arozzi-Berciiet, Francia I 94. Secondo Bentivoglio (Relatione degli Ugonotti di Francia, in Relationi, pubbl. da Erycio Puteano, Coloni» 1632, 183), il numero degli Ugonotti nel 1619 non ammontava più che a un milione su una popolazione totale di 15 milioni. Nel 1611 il rapporto secondo il Botero (vedi Gioda, Bolero III Milano 1895, 277) era stato ancora più sfavorevole. 6 Cfr. la presente opera, voi. XI, 137. 6 Cfr. per quanto segue, accanto alla grande opera del Prat (Parigi 1876). anche il caloroso apprezzamento del Coton da parte del De Meaux {Réforme li 25 s.).