Sforzi gallicani per allontanare la Trancia da Eoma. 333 all’esilio.1 La censura di questo decreto fu un errore, perchè, sebbene esso contenesse proposizioni offensive, già disapprovate da Clemente Vili, era tuttavia da prevedere che i maligni avrebbero spiegato la proibizione nel senso che in Eoma si fosse voluto approvare l’attentato del Chastel o disapprovare la sua condanna. Difatti la cosa venne sfruttata in questa guisa. Luigi Servin propose nel Parlamento che il decreto venisse bruciato per mano del carnefice. Enrico IY procrastinò bensì, sulle rimostranze dell’Ubal-dini, una decisione, ma fece far reclamo a Roma e chiedere una soddisfazione. Paolo V ripiegò immediatamente. In un nuovo decreto del 30 gennaio 1610, concepito secondo la proposta dell’Ubaldini, vennero cancellati il discorso dell’Arnauld e il decreto del Parlamento di Parigi, mantenendosi invece la proibizione della storia del De Thou.2 Fallì un tentativo dell’Ubaldini d’indurre il De Thou stesso alla correzione della sua opera. In Roma venne considerata fin dal principio una simile scappatoia come impraticabile, perchè, secondo che disse il cardinale Borghese, l’intiera narrazione appariva insopportabile.3 Difatti il De Thou mostra nelle sue storie altrettanto prevenzioni e ostilità gallicane verso il papato quanto indulgenza e simpatia per gli Ugonotti. La pericolosità del lavoro, che del resto presentava molti pregi, era caratterizzata dal gesuita Giovanni Machault, in una confutazione di esso pubblicata nel 1614, col motto preso da S. Bernardo: «Un falso cattolico nuoce assai più di un eretico dichiarato ».4 Mentre l’Ubaldini aveva ad occuparsi di questi movimenti interni della Francia, la sua attenzione era al tempo stesso richiesta in misura crescente dalla scabrosa politica bellica di Enrico IV. 5 Quando, però, la morte violenta del re ebbe posto una fine subitanea a tutti i piani di questo genere, in Francia si formò una situazione interamente nuova. Al posto di un uomo forte si trovava ora a capo del regno una debole donna, priva affatto stadt 1837) e Ha risse (Parigi 1905), J. Rance, De Thou, son hist. univ. et ses démêlés avec Home, Parigi 1881. 1 Cfr. la presente opera vol XI 86 s. 2 Cfr. Siri II 76 ss.; Goujet I 314 s.; Laemmeè, Melet. 273 s.; Reusch li 192 s., 284 s.; Martin, Gallicanisme 351. 3 Vedi la lettera di Borghese ad Ubaldini del 2 febbraio 1610, in Laem-mer loc. cit. 278. 4 « Longe plus nocet falsus catholicus, quam si verus apparerei haereticus » (In I. A. Thuani Hist. libros notationes.....acuctore Io. Bapt. Gallo Machault; vedi Sommervogel V 256 s.], Ingolstadii 1614). Il De Thou, così giudica anche il Fueter (Historiographie 147), « professava opinioni gallicane estreme, e mentre attribuisce volentieri moventi malvagi ai Guisa, tratta i protestanti con indulgenza innegabile. Gli atti atroci e violenti compiuti dalla parte cattolica contro gli Ugonotti vengono non senza scopo rappresentati diffusamente ». Cfr. anche De Meaux, Réforme II 121. 5 Cfr. sopra p. 293 s.