L’invio di Caetani a Ratisbona. 521 Oltre queste misure per la protezione degli interessi ecclesiastici, il Caetani ritenne anche necessario destinare a Ratisbona un uomo di fiducia, che lo ragguagliasse su quel che sarebbe avvenuto alla Dieta. Egli pensava di affidare anche questo compito al suo Uditore, ma a Roma si temette di urtare con questo l’imperatore.1 La scelta del Caetani finì per cadere sull’agostiniano Felice Milensio, napoletano, che dal 1602 attendeva alla visita dei conventi del suo Ordine in Germania ed in Boemia.2 Poiché l’imperatore, veniva detto nell’istruzione data al Milensio, assume la cura degli affari religiosi, il papa vuole che il nunzio rimanga a Praga. Egli però lo ha incaricato d’inviare a Eatisbona una persona di fiducia, che informi lui, il nunzio, e il cardinale Borghese sopra quanto accada alla Dieta imperiale. Egli deve procedere là con circospezione e riserva grandissime e trattare coll’arciduca per mezzo del suo confessore, padre Miller; solo pochissime persone debbono sapere della presenza del Milensio.3 Questo compito di relatore non subì ampliamenti da parte di Roma neppure durante la durata della Dieta. Solo una volta, l’8 marzo I <108, il Milensio ebbe l’incarico di consegnare dei Brevi all’arciduca e al vescovo di Ratisbona e di rafforzare i commissari e prelati cattolici nel loro zelo a non permettere nessuna decisione dannósa alla religione cattolica. L’attività del Milensio durante la Dieta si contenne strettamente nei limiti assegnatigli. Perchè « Ratisbona egli abitava nel convento del suo Ordine, solo pochi seppero della sua presenza. Non partì da lui nessuna influenza 'tdle trattative.4 1 Vedi Stieve VI 108. 2 Vedi Pieper 61, 151 s. Sul Milensio cfr. Ossinger, Bibl. August. Ingol-stadii 1768, 590 s., e Stieve VI 156. Vedi anche Wiedemann II 189 cBerto-lotti nel periodico bolognese Bibliofilo VI (1885) nn. 10-11. 3 Vedi Egloffstein 110 s.; Pieper 152. 4 Ciò risulta chiaramente dalle relazioni del Milensio utilizzate per primo dal Pieper (153 s.) dietro gli originali deil’A rchivio segreto pontificio, e dalle prescrizioni conservate nello stesso archivio, [Segreteria di Stato], a lui dirette (queste ultime anche nel Ms. 181 della Biblioteca civica di Stuttgart). Il Ranke (Pàpste II 6 270 s., Ili 102 * s.) si attenne per le sue asserzioni in senso contrario (che « questo frate agostiniano sconosciuto abbia mandato a monte al momento decisivo l’annuncio di una concessione [dell’imperatore], che verosimilmente avrebbe soddisfatto i protestanti») ad una relazione del Milensio («Ragguaglio della dieta imperiale fatta in Ratisbona », ecc. il Ranke non indica ove l’abbia trovata, ma evidentemente egli utilizzò il Barb. (5137). Sebbene il Ranke riconoscesse, che questa relazione era stata composta « solo molti anni dopo », egli ne omise una indagine critica. Questa fu intrapresa per primo dal Gindelt nel 1868 (Ruclolf II voi. I 163 ss.), il quale giunse al risultato, che il Milensio si ascrisse un merito non spettantegli. Il Gindelt fece la prova per via negativa, collo stabilire che nè lui, nè lo Hammer, nè l’Hurter, nelle loro ricerche sull’anno 1608 all’A rchi-vi o di Stato di Vienna, avevano trovato la minima notizia che