Caratteristica di Leone XI. 19 zione è molto grande.1 Medici, così riferisce a quel tempo Delfino, l’ambasciatore veneto, è molto stimato ed è anche ritenuto per un buon ecclesiastico. Egli possiede molti amici e nessun nemico dichiarato. Il partito di Montalto lo presenterà di certo come candidato in caso di una elezione. Anche i cardinali di Gregorio XIII sono per lui, e Pietro Aldobrandini, dopo aver tentato invano per i suoi propri candidati, lo preferirà ad ogni altro.2 L’avversione degli Spagnuoli contro il Cardinal Medici, di sentimenti francesi, venne ancora aumentata dalle strette relazioni di questi col granduca di Toscana. Il cardinale non se ne curò. Egli si lagnò francamente dell’immisehiarsi degli uomini di stato spagnuoli negli affari interni della Chiesa. Una volta egli disse, che non erano essi che avevano ricevuto la stola e le chiavi.3 Questa espressione smentisce il rimprovero fattogli da partigiani spagnuoli, che Medici fosse assai pauroso negli affari pubblici. Altrettanto dubbio sembra anche il giudizio dato dallo stesso partito, che Medici fosse di temperamento collerico.4 È giusto, che egli da vero fiorentino amasse le arguzie sottili, ma egli rimaneva sempre nei limiti che prescrive la gentilezza. Nelle sue lettere private 5 egli appare come il vero tipo del toscano distinto, spiritoso, modesto e pio. La munificenza di Medici fu generalmente ammirata, special-mente verso gli scrittori, come la sua inclinazione per l’arte manifestò con grande vantaggio a S. Maria in Trastevere e a S. Martino ai Monti.6 Medici possedeva già nel 1574 una ricca collezione di statue, che pose nella sua villa presso Santa Francesca Romana.7 Più tardi egli acquistò pure la Villa al Pincio che porta il suo nome. 1 Vedi la presente opera, vol. XI 767 s. 2 Vedi Doi.fix, Relazione 492, 494. Una * Lettera del cardinale A. de’ Medici all’abate Bandini del 1598, dà a questi istruzioni per trattative con Madame de Nemours, intorno all’esecuzione puntuale del testamento, che la sua sorella, la duchessa di Urbino, aveva fatto a favore del Cardinal P. Aldobrandini. L’originale con sigillo e con la firma: « Cardinal di Firenze Legato », sino al 1894 nella Biblioteca Manzoni in Koma andata poi sparsa in più parti. 3 Vedi Desjardins V 237. 4 Così Girol. Fraschetto nel suo memoriale del 1602 diretto al duca di Escalona, presso Ratti, Opuscolo 40. 5 Vedi A. del Vita, Di alcune lettere di Leone XI (a Pietro Vasari dal 1570 al 1593), nella Riv. d. bibl. ed archivi 1924, II 220 s. 6 Cfr. Totti, Roma moderna 67, 213; Cardella V 181 s. Il cardinale fece anche ornare le sue chiese titolari dei Ss. Quirico e Giulitta e di S. Prassede; v. Platner III 2, 237, 246, 254. 7 Cfr. Lanciani II 212 s. Intorno al trittico di Maria Stuarda, appartenente al Cardinal Medici, regalato alla corte bavarese, ora nella Münchner Reichen Kapelle v. Engler-Stockbauer-Zettler, Kunstwerke der Reichen Kapelle, tav. 20 e P. Colonna, El Santo Cristo de Maria Stuart, Madrid 1901.