490 Paolo V. 1605-1621. Capitolo X. siva. Invece di agire su Demetrio nell’affare dell’Unione, come il papa avrebbe desiderato, il Eangoni si limitò a prender nota delle richieste dello Zar.1 Queste erano le seguenti: il papa dovrebbe inviare a Mosca alcune persone adatte a far da segretario e cancelliere e così pure gente esperta di guerra; inoltre doveva dare aiuto per avviar relazioni colla Francia e la Spagna e indurre i sovrani di questi paesi alla guerra contro i Turchi.2 Per dissimulare queste mire egoistiche, fu consegnata nelle mani di Eangoni alla sua partenza ancora una lettera piena di sommissione dallo Zar al papa (in data 5 marzo 1606), in cui quegli attestava quanto fosse attaccato al papa ed alla Chiesa cattolica. Il documento non conteneva nessuna promessa circa l’Unione, che era pure il puuto principale.3 Il 29 marzo 1606 Alessandro Eangoni s’incontrò a Mir presso Nowogródek con la sposa dello Zar, Marina Mniszech, in cammino per Mosca. Nel suo grosso seguito si trovavano, insieme col padre di lei, anche cinque religiosi Bernardini e il Padre gesuita Sawieki, che nel 1604 aveva accolto Demetrio nella Chiesa cattolica. Ora il Sawieki doveva divenire confessore dello Zar, dato che il cambiamento di religione rispondesse a una convinzione seria.1 Il papa ed i Gesuiti, accecati da speranze ottimistiche sul ritorno della Eussia alla Chiesa, ritenevano ciò per sicuro, prestando fede incondizionata alle numerose relazioni favorevoli per Demetrio, il quale apparentemente stava saldo sul trono. In realtà, però, le cose stavano in modo del tutto diverso. La nuova benedizione del matrimonio di Marina e la sua coronazione, che ebbero luogo il 18 maggio 1606, furono compiute secondo il rito bizantino dal patriarca dissidente; tuttavia lo Zar e la Zarina si astennero dal ricevere la comunione.5 Ma nel resto non si notò nessun fatto che corrispondesse alle ripetute assicurazioni di Demetrio della sua sommissione alla S. Sede. Egli cercava di sfruttare al possibile per i suoi scopi l’amicizia di Paolo V, e rinviava invece sempre la sua azione a favore dell’Unione. Bastarono tuttavia le relazioni col papa a rendere lo Zar estremamente sospetto agli occhi dei Moscoviti ortodossi. Essi presero scandalo così dei due Gesuiti come dei parecchi protestanti che si trovavano nel contorno più immediato del nuovo Zar, e del culto, oltreché cattolico, anche luterano che veniva permesso di celebrare 1 Vedi Skribanowitz, Pseudo-Demelrius I 13S, il quale dice benissimo, die « il martello divenne incudine ». 2 Vedi Pieri,ino, Rome et Démétrius 169 s. 3 Vedi ivi 127, 171 s. Cfr. Skribanowitz, Pseudo-Demetrius I 133, 13U- * Vedi Skribanowitz loc. cit. 139. Sul ricevimento di Demetrio nel'-1 Chiesa da parte del Sawieki vedi la presente opera voi. XI 424. 6 Cfr. Piert.ing, Tm Russie III 304; Skribanowitz loc. cit. 147.