Morte di P. Sarpi. 159 Il Sarpi non sopravvisse a lungo alla pubblicazione di quest’ultimo suo prodotto letterario, il più. efficace di tutti. Egli morì il 15 gennaio 1623 senza riconciliarsi con la Chiesa,1 odiato nei suoi ultimi anni dalla nobiltà, sfuggito dal popolo.2 La Signoria, però, e la ristretta cerchia dei suoi seguaci gli tennero fede. Tre settimane dopo la sua morte il Senato deliberò di erigergli un monumento, ma non potè effettuare il disegno per riguardo alla Curia romana.3 Gli furono fatti funerali solenni colla partecipazione di tutti gli Ordini religiosi, ma molti parteciparono al corteo funebre solo contro voglia.4 Fu diffuso un racconto, sottoscritto da tutti i monaci del chiostro dei Serviti, secondo il quale la sua fine era stata quasi quella di un santo, ma non tutti avevano sottoscritto liberamente.6 Solo quando nel secolo xvm lo spirito anticristiano si estese a cerehie sempre più vaste, apparvero edizioni delle opere complete del Sarpi6 e la sua fama salì sempre più alto.7 Anche il monumento d’onore nel secolo xix non mancò più al nemico dei papi.8 Egli non merita un simile onore appunto per questo, che il suo carattere mostra i tratti più ripugnanti. Il Sarpi sfidò la scomunica di Roma, di cui, sotto la protezione del governo veneziano, non aveva da preoccuparsi; ma per timore di compromettersi respinse nel 1622 il lascito di Antonio Foscarini, condannato a morte innocente, ch’egli aveva chiamato in giorni migliori amico suo. Il Foscarini aveva lasciato cento ducati al Sarpi colla preghiera di fare orazione per lui; il Sarpi rifiutò di accettarli, dichiarando che dovere e fedeltà gli vietavano di aver nulla a che fare, sia in vita sia in morte, con un uomo che si era reso indegno della grazia del governo.9 1 Relazione del nunzio Zacchia ai cardinali Ludovisi e Barberini, pubblicata da A. Ploncher nell’Arch. stor. ital. 4a Serie IX (1882) 145-160. Cfr. Siri V 520 s. 2 « ...nobili che l’odiano, come fa universalmente il popolo, che lo schifa, e fugge di stare alla sua messa, tenendolo per cagione ed autore di quanti infortuni e gravezze ha questo stato » (Ploncher, loc. cit., 151). s Ivi 148. Lettera del Cardinal Ludovisi del 28 ottobre 1623 al nunzio francese, in Carte Strozz. la Serie II (1891) 83. * Ploncher loc. cit., 148. 8 Ibid. La relazione è riprodotta in Cicogna, Iscritlioni V 603. * Bianchi-Giovini 454 ss. ' Sul rinvenimento del suo cadavere nel 1722 vedi U. Balzani nei Rendiconti delVAccad. dei Lincei, 5a Serie IV (1895); K. Benrath nella Allg. Zeitung, 1876, Appendice 274. Sul trasporto dei suoi resti a S. Michele presso Murano d 15 novembre 1828, vedi Bianchi-Giovini 451. 8 Sul significato di «una dimostrazione anticlericale» dato all’erezione di questo suo monumento in Venezia, vedi E. Guglia nella Allg. Zeitung del 21 settembre 1892, Appendice 221. * Vedi Reumont, Beitràge II 175. s.