540 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XI. nare presso Filippo III l’istanza di Massimiliano. Per sua parte darebbe ciò che gli fosse possibile.1 Dopoché il 30 agosto ebbe luogo l’accessione degli Elettori ecclesiastici alla Lega, questa destinò nel novembre 1609 un’ambasceria al papa ed ai sovrani italiani, per ottenerne l’aiuto. Allo stesso scopo Massimiliano inviò a Eoma il suo consigliere Giulio Cesare Crivelli. Da principio le trattative promettevano bene, perchè Paolo Y dimostrava il più grande interesse per la Lega ed ebbe ad assicurare ripetutamente ch’egli pensava di venirle in soccorso non solo con danaro, ma anche con truppe. In questo proposito il pontefice veniva rafforzato particolarmente dal card. Bellarmino, che si profferse, ove fosse necessario, di mettere a disposizione una parte delle sue proprie entrate.2 Tuttavia gl’inviati della Lega non poterono concludere patti precisi, e dopo tre mesi di soggiorno dovettero ripartire con semplici assicurazioni generiche. Questo contegno sorprendente di Paolo V si spiega non solo con il suo riguardo per casa d’Austria,3 ma anche coll’accorto lavoro di opposizione dell’ambasciatore francese Brèves, il quale, appena il papa inclinava ad appoggiare la Lega, sapeva sempre ritrarnelo novamente colle sue insinuazioni.4 Paolo Y riteneva di dover usare il più gran riguardo al potente sovrano francese; egli temeva, intervenendo troppo apertamente per la Lega alleata con la Spagna, di arrivare ad una tensione di rapporti con Enrico IV. Inoltre egli aveva poca inclinazione ad accrescere ancora la preponderanza spagnuola, già grande per sè stessa e che si faceva in Italia sentire pesantemente sulla S. Sede. Si aggiungeva ancora a ciò, che il pontefice nella sua estrema circospezione, aveva paura, riguardo alla Lega proprio come per la questione contemporanea di Jülich-Cleve, di fare un passo che avesse potuto scatenare la guerra tra protestanti e cattolici. Egli riteneva troppo pericoloso un simile rischio, dato l’attuale rapporto di forza delle parti. Per quanto le sue simpatie intime fossero per la Lega, pure non voleva dare nessuna occasione allo scoppio di una guerra in Germania per causa religiosa. Se però ci si fosse giunti ugualmente, allora il pontefice, come ebbe a dichiarare apertamente all’ambasciatore di Francia nel gennaio 1610, era deciso a dare il suo appoggio alla Lega.5 1 Vedi Stieve VI 719 s. Cfr. Cornelius loe cit. 163. 2 Vedi Mayr VII 53, 157 s., 181 s., 215, 260, 264 s., 356 s., 361s., 369 s., 371, 392, 403 s.; VIII 24, 201 s., 414 s. 3 Vedi ivi VII 317 s., Vili 343 ss. Il Riezler (V 70) opina, che vi abbia contribuito anche la circostanza, « che Paolo V era occupato completamente dalla sua guerra con Venezia », dimenticando che il conflitto con Venezia era già stato appianato nell’aprile 1607. 4 Vedi Gindely, Rudolf II vol. II 64 s. 5 Vedi Briefe u. Akten III 499; Hiltebrandt in Quellen u. Forsch, des preuss. Instituts XV 347 s., 353 s.