L’arte bandita dalle chiese protestanti. 407 il Purgatorio, l’intercessione di Maria, e il Santissimo Sacramento dell’altare. L’enorme contrasto nella concezione del mondo e nello sviluppo della coltura fra cattolici e protestanti si mostra con evidenza quando nei Paesi Bassi del nord così vicini nello spazio, e materialmente assai più ricchi, si entra nelle case di Dio spogliate dai «Gueux» del loro antico addobbo ecclesiastico. Queste chiese devastate, colle loro pareti pude, intonacate di bianco, fanno lo stesso effetto desolante della dottrina calvinistica della predestinazione. Yi si cercano invano le potenti sinfonie di colore di un Rubens, le profondità intime delle Crocifissioni di un van Dyck, adornanti le chiese dei Paesi Bassi meridionali, riccamente arredate, splendide, e pure di colore così unitario. Il protestantesimo ha bandito l’arte dalle case di Dio, il cattolicismo l’ha accolta amorevolmente nella sua protezione e ha fornito ai grandi maestri tanti incarichi monumentali, ch’essi poterono appena farvi fronte nonostante una forza di lavoro incredibile. Perciò il destino di un Rubens e di un van Dyck si svolse così differentemente da quelli di un Rembrandt e di un Ruysdael, che dovettero morire in miseria- In nessun punto, forse, la differenza tra la cultura calvinistica e la cattolica appare così visibile come in questi stridenti contrasti. Sebbene Lutero non si sia spinto così avanti come Calvino, pure le sue dottrine non hanno avuto un effetto meno ostile per l’arte. Avendo rigettato il culto rivestito di forme sensibili, la venerazione dei Santi e la meritorietà delle opere buone, « egli otturò le fonti dell’arte religiosa sotto il rispetto ideale e materiale, pronunciò la sentenza di morte sul quadro e l’opera d’arte religiosi nella chiesa e trasformò la casa di Dio in una sala di riunione nuda e fredda. Con il presunto abuso egli svelse l’intera pianta, su cui per secoli erano maturati i frutti più preziosi e puri per refrigerio di milioni sulla via del loro fine eterno, la creazione più bella dell’umanità, ricca d’infinitamente grandi rivelazioni d.1 1 Giudizio di I. Sauer, 1ìeformation und Kunst, Friburgo 1919, 4 s., 9. Cfr. anche De ino nell’ Archiv f. Kulturgesch. XII (1914) 1 s., il quale, accanto al disseccamento delle fonti dell’arte religiosa, accenna anche al fatto, che la « Riforma » spinse unilateralmente l’arte del suo tempo verso la direzione profana e realistica.